Un aereo spia inglese è stato sfiorato da un missile di un caccia russo. Da Mosca si continua a lanciare l'allarme che la guerra con la Nato sarebbe sempre più vicina. E sul terreno la battaglia per Kherson sarà decisiva sull'immediato futuro delle tattiche e strategie degli invasori. «Il vero obiettivo da non perdere per i russi è la diga di Nova Kachovka, un'ottantina di chilometri a nord di Kherson. Altrimenti gli ucraini potrebbero tagliare l'acqua per la Crimea», spiega una fonte militare del Giornale.
La guerra, però, può sempre rischiare di allargarsi al di fuori dei confini ucraini. Il ministro della Difesa inglese, Ben Wallace, ha rivelato che il 29 settembre si è sfiorato il disastro sopra il Mar Nero. Due Sukoi 27 russi hanno intercettato un RC-135 Rivet Joint della Raf, aereo spia disarmato e attrezzato per la sorveglianza elettronica. Uno dei caccia russi «ha sganciato un missile» denuncia Wallace, che avrebbe sfiorato il velivolo inglese. Mosca ha risposto che si è trattato di un «malfunzionamento», ma adesso i voli di pattugliamento della Raf sono scortati da una coppia di caccia. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha rilanciato per l'ennesimo volta le accuse contro l'Occidente sostenendo che l'Unione europea è entrata a «far parte del conflitto». Non solo per le forniture belliche, ma per il piano di addestramento dell'esercito ucraino. E poi ha rincarato la dose: «Il flusso di armi della Nato verso l'Ucraina e gli aiuti militari a Kiev avvicinano l'alleanza alla pericolosa linea dello scontro militare diretto con la Russia». Sul fronte ucraino le prossime sei settimane saranno cruciali per gli ucraini che vogliono guadagnare terreno prima che il fango e la neve rallentino le operazioni. Lo rivelano al New York Times fonti di intelligence Usa. Le forze di Kiev potrebbero progredire sul fronte sud verso Kherson. Al momento, però, stanno perdendo non pochi uomini e mezzi come nell'attacco delle ultime 48 ore con tre battaglioni nell'area di Sukhanovo. Prima sono riusciti ad avanzare, ma poi sono stati respinti grazie ad una riserva di carri armati lanciati in battaglia dai russi secondo il ministero della Difesa di Mosca. Già 15mila civili sono stati evacuati da Kherson, ma l'obiettivo sarebbe svuotare la città spostando 60mila abitanti oltre il Dnepr. «I russi potrebbero ritirarsi oltre il fiume oppure decidere di trasformare Kherson in una nuova Stalingrado combattendo casa per casa», osserva la fonte del Giornale. In realtà l'obiettivo critico è la diga più a nord a Nova Kachovka. Le forze russe hanno organizzato una difesa a riccio. Se perdessero la diga e la centrale elettrica gli ucraini taglierebbero l'acqua alla Crimea. «Se abbandonano Kherson rischiano di trovarsi circondati su tre lati nell'area della diga con le spalle al fiume. Una specie di Dunkerque russa, che potrebbe finire male, con sacche e alti numeri di prigionieri», spiega chi analizza le mosse di Mosca. In prospettiva la guerra è già cambiata con l'utilizzo più massiccio di droni, missili e forza aerea su obiettivi critici come centrali elettriche e termiche. Non è un caso che il nuovo comandate delle forze russe, il generale «Armageddon», Sergei Surovikin, arrivi dal comando delle forze aereo spaziali. Negli ultimi giorni sono aumentate le sortite dell'aviazione con numeri a tripla cifra. Surovikin è uno dei pochi generali russi, che grazie all'esperienza da pugno di ferro in Siria, punta su operazioni congiunte nell'ambito delle forze armate, che assomigliano al modo di combattere della Nato.
L'impressione è che con il massiccio intervento dal cielo e dell'artiglieria preservi le forze terrestri oramai spossate fino a quando non arriveranno tutti i 220mila coscritti richiamati dalla mobilitazione parziale. Alla fine la massa d'urto fa sempre la differenza, ma il piccolo Davide ucraino non demorde nel fronteggiare il Golia russo, che sta mostrando dei piedi d'argilla.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.