Persa un'occasione per riformare la giustizia: referendum affossato. Al voto meno del 21%

Valanga di sì, ma i cinque quesiti referendari non raggiungono il quorum necessario: alle urne si reca solamente il 20,95% degli elettori

Persa un'occasione per riformare la giustizia: referendum affossato. Al voto meno del 21%

I referendum sulla giustizia non sono riusciti a ottenere il primo requisito necessario, ovvero il raggiungimento del quorum (50%+1 degli aventi diritto al voto) per poter passare: alle urne si è recato il 20,95% degli elettori italiani. Così nessuno dei cinque quesiti ce l'ha fatta. Fin da subito si era delineato un risultato negativo: l'affluenza alle ore 12 era stata del 6,77%, mentre alle ore 19 del 14,84%.

Un risultato basso molto simile a quello del 2009, quando votò circa il 23%. In quella occasione gli italiani erano stati chiamati a esprimersi in merito all'abrogazione della possibilità di collegamento tra liste e di attribuzione del premio di maggioranza a una coalizione di liste.

I referendum

Comunque c'è stata una valanga di sì, specialmente per gli ultimi tre quesiti, da parte degli elettori che hanno espresso la propria posizione sui cinque referendum. Lo spoglio terminato fotografa la seguente situazione. A favore dell'abolizione della legge Severino si è schierato il 54%, mentre il 46% si è opposto. Il 56% ha dato l'ok alla limitazione della custodia cautelare contro il 44% di no.

Sulla separazione delle funzioni dei magistrati si è espresso a favore il 74%, mentre i no si attestano al 26%. Il 72% ha promosso l'equa valutazione sull'operato dei magistrati, a differenza del 28% di no. L'abolizione della raccolta firme per le elezioni del Consiglio superiore della magistratura ha registrato il 73% sì e il 27% di no. Dunque la maggioranza di chi si è recato alle urne ha approvato tutti e cinque i quesiti referendari.

La ripartizione degli elettori

Interessante il dato relativo alla stima della ripartizione dei votanti per appartenenza politica. Il centrodestra (52,3%) è così suddiviso: Fratelli d'Italia (23,9%), Lega (17,5%), Forza Italia (8,8%), altre forze (2,1%). Per il centrosinistra (26,4%) figurano Partito democratico (21,5%) e altre forze (4,9%). Per i restanti partiti (21,3%) si parla di Movimento 5 Stelle (10,5%), Azione/+Europa (3,2%), Italia Viva (2,1%) e altri (5,5%).

Le polemiche

Nei giorni scorsi ha fatto molto discutere lo scarso spazio di informazione riservato ai referendum sulla giustizia, con i fautori del "sì" che hanno denunciato un assordante silenzio mediatico che di certo non ha favorito la partecipazione. Ma anche la finestra di un solo giorno di voto, argomento assai discusso, ha ostacolato l'affluenza. Una spinta, seppur marginale, è arrivata grazie alle elezioni amministrative: tranne in qualche caso, chi ha ritirato la scheda delle Comunali ha preso anche quella dei referendum.

In giornata è stato sollevato un polverone politico per il caos seggi a Palermo.

Matteo Salvini ha parlato di "furto di democrazia", tanto che era emersa l'ombra dell'annullamento del voto. Nello Musumeci, presidente della Regione Sicilia, aveva chiesto al ministro dell'Interno di prendere in seria considerazione il prolungamento dell'apertura dei seggi elettorali fino alle ore 14 di lunedì 13 giugno.

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