Il regime cubano arresta Berta Soler. Il suo reato? Voler assistere alla messa

La dittatura inizia il 2022 come aveva finito il 2021. La leader delle Dame in Bianco (premio Sakharov) dentro per alcune ore

Twitter Damas de Blanco
Twitter Damas de Blanco

Il 2022 a Cuba è iniziato com'è finito il 2021, ovvero con arresti di oppositori politici - in carcere ce ne sono oltre 700, come se in Italia ce ne fossero più di 7mila - e la solita violenza della dittatura contro chiunque si opponga al comunismo.

La prima a essere arrestata quest'anno, intorno alle 3 e mezza del pomeriggio dell'altro ieri, è stata Berta Soler, la leader delle Dame in Bianco, l'organizzazione che vinse nel 2005 il premio Sakharov dell'Unione europea, una sorta di Nobel dei diritti umani. La sua colpa? Voler partecipare alla prima messa dell'anno nella Cattedrale dell'Avana.

Troppo pericolosa per il regime la sua presenza in chiesa in un momento in cui la stessa Soler è nel mirino della dittatura, insieme all'altro storico attivista, Guillermo «Coco» Fariñas, anche lui, nel 2010, insignito del Sakharov. Soprattutto dopo che i due, a inizio dicembre, avevano inviato due lettere roventi al rappresentante dell'Ue per la politica estera, il socialista spagnolo Josep Borrell, e al presidente del Parlamento europeo, l'italiano del Pd David Sassoli, per denunciare che «Cuba è stata abbandonata dal governo dell'Unione europea» e per questo di «volere restituire l'onorificenza». L'altro ieri la Soler è stata arrestata da agenti del regime in borghese mentre usciva dalla sede nazionale dell'organizzazione, a Lawton, un quartiere periferico della capitale. A denunciare l'arresto Ángel Moya, il marito, che ha condiviso un breve video su Facebook in cui si vede come cinque sgherri del regime, tutte donne, arrestano la Soler in mezzo alla strada e la costringono a salire su un'auto. «Lunga vita ai diritti umani, libertà per il popolo cubano, abbasso Díaz-Canel!», ha gridato l'attivista di colore 58enne, mentre la portavano via.

Qualche settimana fa, invece, il regime cubano aveva risposto con la violenza che lo contraddistingue anche alla richiesta di Fariñas di riconsegnare il Premio Sakharov alla UE. L'attivista era stato infatti arrestato per lunghissime ore, durante le quali è stato desaparecido in qualche carcere comunista della dittatura. Anche la Soler ieri è stata liberata ma, il messaggio della dittatura, è chiaro: chiunque si oppone al partito unico qui non è tollerato. Per Yaxis Cires, direttore strategia dell'Osservatorio cubano dei diritti umani, il 2021 è stato «l'anno più disastroso in termini di diritti umani, superato solo dal periodo delle esecuzioni di massa all'inizio della rivoluzione», durante il quale l'azione repressiva si è estesa «oltre l'opposizione democratica e gli attivisti della società civile, raggiungendo con cattiveria il cittadino comune». Era l'11 luglio quando con grida di «libertà», «Patria e Vita», «abbasso la dittatura», migliaia di cubani, in 60 città del paese, sono scesi in strada per protestare contro il regime. L'esplosione sociale e la caccia lanciata dagli organi repressivi contro i manifestanti pacifici hanno messo ulteriormente a nudo un regime dittatoriale, capace di uccidere, imprigionare e incutere terrore pur di conservare il potere.

Sebbene la cosiddetta «rivoluzione cubana» sia stata sanguinaria fin dal suo inizio, l'11 luglio scorso ha frantumato il mito romantico che ancora esisteva su di essa. Per Juan Pappier, ricercatore dell'ong Human Rights Watch a causa di questa «terrificante repressione da parte del regime cubano», il 2021 «sarà ricordato come l'anno con più prigionieri politici nel paese in questo secolo».

Emblematico il caso del 64enne Fredi Beirut Matos, condannato a 20 anni di carcere solo per aver assistito all'omicidio di un manifestante - Diubis Laurencio Tejeda, uomo di colore, di un quartiere emarginato e disarmato - da parte di un poliziotto a Cuba il 12 luglio scorso. Con lui, condannata a 7 anni di carcere anche sua figlia, Katia. Una famiglia distrutta dalla dittatura che governa Cuba.

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