La Sicilia a 5 Stelle è stanca di diktat calati dall’alto. Diversi i portavoce, che dopo la lettera di oltre trecentocinquanta attivisti indirizzata a Giuseppe Conte e in cui viene chiesto un coinvolgimento della base nella scelta del prossimo referente regionale, auspicano maggiore partecipazione dei territori. A far discutere, la mancata condivisione delle scelte, ma anche il possibile superamento della regola del doppio mandato con la scusa della lista Conte, in vista di Regionali e Amministrative.
Fabrizio Trentacoste, senatore e segretario del gruppo a Palazzo Madama, rimarca a ilGiornale.it come “la base deve essere sempre coinvolta". "Si tratta di un nostro principio fondante", dice, "Allo stesso modo deve esserci attenzione e cura nei confronti dei Meetup, spina dorsale del M5s”.
Il parlamentare, quindi, chiede “un atto di umiltà da parte di chi oggi pensa che da Roma si possa disporre tutto": "L’anima, la costituzione stessa del M5s, inverte questi rapporti, non più dall’alto verso il basso, ma viceversa”. Secondo Trentacoste “le limitazioni, poste dall’emergenza sanitaria, hanno indotto qualcuno a credere che si potesse fare a meno di occasioni di coinvolgimento e quindi della base”. Errore, che a suo parere, potrebbe rivelarsi fatale.
Stesso discorso vale per il superamento della tanto discussa regola del secondo mandato. “Non si può soprassedere – continua il senatore - su alcuni principi fondanti del M5s. Sono quelli per cui la gente ci ha preferito rispetto ad altre forze. La regola dei due mandati serviva a scardinare quelle incrostazioni che irrimediabilmente il potere crea. Pur essendo tra i primi a ritenere che alcune competenze non possano essere cestinate e messe da parte, ritengo ci siano altre strade per immaginare percorsi di natura politica. Il mandato elettivo non esaurisce tutta la politica”. A suo parere non è una diminutio fare il sindaco o il consigliere in municipio. Lo stesso non rinuncia a dichiarare come oggi “non accetterebbe, a cuor leggero il compito di amministrare un Comune”.
La deputata Angela Raffa, rispetto alle polemiche degli ultimi giorni, pur non vedendo nulla di male nell’iniziativa spontanea degli attivisti, sottolinea, però, come sia “arrivato il momento di fare tutti un passo indietro e lasciare lavorare Conte”. Il messaggio è rivolto principalmente a quei colleghi, che in modo autonomo, vorrebbero indicare la linea sui territori e nelle municipalità chiamate al voto per le amministrative.
“Il nostro compito di parlamentari – sostiene la portavoce – è concentrarci su proposte e iniziative da portare avanti, in favore del nostro territorio. Per quanto riguarda l’organizzazione, invece, diamo fiducia al nostro capo politico”. Raffa, a differenza di quanto sostenuto da gran parte degli iscritti locali, sostiene come “in Sicilia non ci sono mai state scelte calate dall’alto” e che ogni decisione sia passata solo per la piattaforma. Su tale strumento, a suo parere, dovrà passare anche quella relativa a una possibile lista Conte.
Chi, invece, rivela come l’ex premier già sia al corrente dei problemi siciliani è la consigliera regionale Roberta Schillaci, che ha chiesto al suo leader una votazione dal basso per eleggere i referenti territoriali. “Occorre una sorta di pacificazione con la base. Altrimenti saremo uguali agli altri. Negli ultimi tempi, pur essendo il nostro motore, non sempre è stata ascoltata. Ecco perché bisogna tornare quanto prima ai territori, alla strada, soprattutto in un momento come quello odierno, dove le istanze delle persone sono molteplici e complesse”.
Riguardo alla lettera inviata dagli attivisti, Schillaci, poi, dichiara di esserne venuta a conoscenza dai giornali, ma allo stesso modo esprime la propria simpatia per Giarrusso: “Si tratta di una risorsa importante. Non ha mai abbandonato il territorio”. La priorità per la pentastellata, adesso, è evitare “nomi calati dall’alto. Vogliamo prendere solo gli aspetti positivi dei partiti tradizionali, come ad esempio l’organizzazione. Il metodo, però, dovrà avere sempre al primo posto il coinvolgimento della base”.
Sulle voci relative a un possibile superamento della regola del doppio mandato, la consigliera, invece, sostiene come pur avendo svolto alcuni suoi colleghi “un ottimo lavoro, ci sono delle regole sacrosante che vanno rispettate”.
“Non vogliamo diventare – continua Schillaci - politici di professione. È utile, quindi, aprire un dibattito su come preservare l’esperienza. In ogni caso la parola sempre a cittadini e a attivisti. Qualsiasi cambiamento non può non passare tramite loro”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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