Le Regioni in coda per l'Avigan. I produttori: "Non ci sono prove"

Lombardia, Veneto e Piemonte chiedono di usarlo Speranza dà il via libera. Ma nessun risultato è certo

Le Regioni in coda per l'Avigan. I produttori: "Non ci sono prove"

«Non bisogna lasciare nulla di intentato nella lotta alla peggiore epidemia dal dopoguerra ad oggi...».

Le parole di Luca Zaia, presidente del Veneto, accolgono con una nota di speranza il via libera dell'Aifa e del ministro della Salute Roberto Speranza alla sperimentazione del farmaco giapponese Avigan che sembra funzioni per bloccare il coronavirus nelle sue manifestazioni iniziali.

E accanto al Veneto, da giorni convinto di «provare» l'antinfluenzale, anche il Piemonte e Lombardia si schierano per la sperimentazione. Il presidente Attilio Fontana, ieri rivelato di aver «sollecitato Roma perché il farmaco venisse sottoposto a prova nella Eegione più colpita». E poi ha annunciato durante una diretta su Facebook la svolta: «Inizierà immediatamente in Lombardia la sperimentazione del nuovo farmaco Avigan, speriamo che dia risultati. Non si sa ancora se funzioni o no, ma adesso potrà essere testato, speriamo che contribuisca a eliminare questo maledetto virus».

I TEMPI

Partire subito con i test vuol dire aspettare almeno mercoledì. Ieri l'Aifa ha nominati i cinque infettivologi che devono mettere nero su bianco il protocollo da seguire. Poi il testo sarà approvato dal Comitato tecnico scientifico a stretto giro di posta e infine saranno definite le quantità del farmaco da richiedere all'azienda farmaceutica e il numero dei pazienti da sottoporre al test. Con ogni probabilità giovedì i primi pazienti positivi con sintomi lievi o medi potranno testare la validità del farmaco. E se i risultati fossero positivi Avigan potrebbe diventare uno strumento per rallentare il contagio e dare respiro agli ospedali intasati di casi gravi.

LO STUDIO

Fino ad ora questo farmaco è stato «provato» in Cina. Gli scienziati parlano di «risultati incoraggianti» degli studi clinici fatti su 340 pazienti tra Whuan e Shenzhen. In particolare i pazienti a Shenzhen sono risultati negativi al virus dopo una media di 4 giorni, quelli non trattati con il farmaco sono risultati negativi dopo 11 giorni. Inoltre, ci sono stati vantaggi sull'apparato respiratorio: dalle radiografie è emerso che nel 91% dei pazienti trattati con Avigan i polmoni erano in buone condizioni, mentre solo nel 62% di quelli non trattati erano in buone condizioni.

IN GIAPPONE

La sperimentazione sta avvenendo su pazienti positivi al coronavirus ma con sintomi «lievi o moderati». Una fonte del ministero della Salute nipponico ha fatto sapere che il farmaco non è efficace nelle persone che manifestano sintomi più gravi: «Abbiamo dato Avigan a circa 80 persone, ma non sembra funzionare così bene quando il virus si è già moltiplicato».

L'AZIENDA PRODUTTRICE

Mario Lavizzari, corporate senior director Fujifilm Italia Spa, azienda nipponica che produce il farmaco antivirale, spiega che Avigan, sviluppato da Fujifilm Toyama Chemical, è stato approvato nel 2014 in Giappone come farmaco anti-influenzale ma «attualmente è somministrato a pazienti di Covid-19 in Giappone ai fini di uno studio di osservazione». Poi aggiunge che «Fujifilm non ha svolto alcun ruolo nelle ricerche di cui sopra e non è quindi in grado di commentare questi risultati. Al momento non esistono prove scientifiche cliniche pubbliche che dimostrino l'efficacia e la sicurezza di Avigan contro Covid-19 nei pazienti».

L'OMS FRENA

Anche il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, interviene per smorzare gli entusiasmi: «Riconosciamo che c'è un disperato bisogno di terapie efficaci. Attualmente non esiste un trattamento che si è dimostrato efficace contro Covid-19.

Piccoli studi clinici e non randomizzati non ci daranno le risposte di cui abbiamo bisogno. L'uso di trattamenti non testati senza le prove giuste potrebbe suscitare false speranze e persino fare più danni che benefici e causare una carenza di medicine essenziali per curare altre malattie».

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