Sta facendo discutere la bozza circolata in questi giorni di un paper del Ppe in cui si propone di anticipare al 2025 la revisione del regolamento europeo sulle automobili e si apre alla possibilità di rivedere lo stop alla produzione dei motori endotermici prevista nel 2035. Ne abbiamo parlato con Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del Ppe, che già dalla scorsa legislatura ha seguito in prima persona i temi del Green Deal e in particolare il regolamento sulle automobili.
Il paper del Partito Popolare Europeo «Garantire la competitività dell'industria automobilistica europea» sta animando il dibattito politico a Bruxelles, a suo giudizio verranno accolte le proposte del Ppe?
«Occorre dire che si tratta di un documento in fase di lavorazione e in questo momento è ancora una bozza per cui potrebbero esserci delle modifiche alle proposte che sono trapelate fin qui, il processo di revisione all'interno del gruppo è in corso e si concluderà l'11 dicembre. Per quella data avremo un quadro più completo».
I contenuti del paper con la richiesta di anticipare al 2025 la revisione del regolamento sulle auto vanno nella direzione delle posizioni portate avanti dall'Italia
«Sì ma già negli anni passati il dibattito è stato fortemente animato dalle proposte degli italiani sia del Ppe sia delle altre forze politiche. Gli europarlamentari italiani si sono distinti per aver fin da subito segnalato in modo trasversale (fatto salvo per alcuni partiti più legati alla sinistra) le debolezze dei due regolamenti europei, quello sui veicoli leggeri e quello sui veicoli pesanti».
Si è riusciti a ottenere qualche risultato?
«Io ho lavorato molto sull'inserimento di una serie di elementi che rendessero la proposta ricevibile inserendo per esempio la definizione di carburanti neutri anche se oggi, anche alla luce delle difficoltà del mercato elettrico, torna di attualità il tema delle penalità previste per le case automobilistiche su cui bisogna intervenire».
Nello specifico secondo lei oggi cosa si può fare di più?
«Occorre una definitiva introduzione del principio della neutralità tecnologica. Serve superare la stupidità per cui l'unica verifica delle emissioni è al tubo di scappamento, il modo per verificare la performance ambientale è l'intero ciclo di vita del veicolo e del carburante. Nel regolamento questo non è previsto ma va cambiato anche perché si tratta di un approccio anti scientifico, così facendo si può mantenere in vita il motore endotermico salvando al tempo stesso la performance ambientale. Questa è la prima battaglia politica da compiere e si può intervenire più facilmente che sul posticipo della scadenza del 2035».
Anche perché in Cina, dove l'auto elettrica è molto diffusa, i dati ambientali non sono positivi
«Esatto, in Cina il motore elettrico è molto diffuso ma il bilancio carbonico è negativo a causa dell'enorme quantità di centrali a carbone che servono per produrre elettricità. Mi lasci però aggiungere un'altra cosa importante».
Prego
«Dobbiamo riflettere su quale sarà il futuro del settore automotive, le macchine saranno sempre di più una commodity e prevarranno i servizi, l'esempio più eclatante è la guida autonoma.
Mentre sul motore c'è il rischio che la concorrenza industriale cinese sia un antagonista molto difficile da battere, sull'ambito dei software e delle tecnologie l'Europa e Stati Uniti possono impossessarsi di quella parte del mercato arrivando in anticipo come ha compreso Elon Musk. Per non rimanere indietro va fatto quanto prima».
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