Infuriano le polemiche per la decisione del ministero della Salute di reintegrare i medici che hanno scelto di non vaccinarsi. Da parte di alcuni si tratta di uno smacco nei confronti di quei sanitari che si sono sottoposti all'inoculazione del siero anti-Covid, da parte di altri permane la preoccupazione per i pazienti fragili.
In merito alla questione, il titolare del dicastero della Salute, Orazio Schillaci, ha comunicato che spetterà alle singole direzioni sanitare decidere dove far lavorare i medici di ritorno dopo la sospensione.
Il reintegro a discrezione delle direzioni sanitarie
"Diranno loro qual è il posto migliore dove impiegarli. Alcuni di questi medici, inoltre, magari hanno fatto due somministrazioni. Non tutti sono persone che non hanno ricevuto nemmeno una sola dose", dichiara Schillaci nel corso di una video-intervista concessa al Corriere. Far tornare sul posto di lavoro i medici etichettati come "No-Vax" è stata "una decisione che ho preso basandomi essenzialmente sul fatto che oggi lo scenario è completamento diverso e c'è una grave carenza di organico". Si parla di circa 4mila medici reintegrati, che torneranno a disposizione delle direzioni sanitarie. "Ho letto anche qualche polemica su quello che questi medici andranno a fare. Saranno le singole direzioni sanitarie a deciderlo, valutando il posto migliore dove i medici reintegrati potranno andare a lavorare", ha precisato il ministro della Salute.
Schillaci, che ha fatto parte del comitato tecnico scientifico che ha sostenuto il dicastero della Salute, ha aggiunto che "la scelta di non vaccinarsi è un problema deontologico, che dovranno affrontare gli Ordini dei medici e quelli professionali". "Lascerei a loro la definizione di tutto questo. I vaccini sono stati uno strumento indispensabile per cambiare la storia della pandemia, è grazie a loro se siamo in questa fase. Dimostrano anche l'importanza della ricerca", ha dichiarato.
Mascherine e bollettino giornaliero
Ricordando che sulla gestione del Covid in Italia sarà molto probabilmente aperta un'inchiesta, Schillaci è passato a ricordare la scelta del governo di mantenere le mascherine nei luoghi a rischio, ma di limitare il bollettino Covid a una volta a settimana. "I dati vengono registrati giornalmente e sono a disposizione delle autorità competenti", ha affermato. "Non c’è nessuna censura, dal punto di vista statistico avere un dato settimanale vuol dire maggiore certezza su ciò che si osserva. Se ci fosse grande variazione sarò il primo a darne notizia", ha aggiunto.
Aumenti di stipendio
Il ministro ha approfittato dell'intervista per annunciare un aumento di stipendio per i medici, in particolare per i professionisti che lavorano al pronto soccorso. Il sistema sanitario italiano, ha affermato Schillaci, deve tornare quell'eccellenza che era un tempo.
"Bisogna dare lustro e appeal a chi lavora
nel settore pubblico, è allucinante pensare che medici esterni vengano pagati da 2 a 5 volte di più rispetto ai sanitari che lavorano nel Ssn. Questa è una cosa che va rapidamente risolta e chiarita", ha concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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