Renzi: "Boschi in Parlamento? Lo decideranno i cittadini"

Renzi difende Maria Elena Boschi: "Si può avere il giudizio che si vuole ma (su banca Etruria) ci sono stati incontri legittimi e privi di pressione". E ancora: "Sono stati rubati 44 miliardi, surreale pensare che sia colpa di Etruria"

Renzi: "Boschi in Parlamento? Lo decideranno i cittadini"

Matteo Renzi non intende scaricare la Boschi. Lo dice nell'intervista al TgCom24. "Saranno i cittadini a decidere se Boschi debba essere portata in parlamento oppure no". Più chiaro di così non si può. Il segretario del Pd rimette la palla agli elettori. Con questa mossa in parte difende la Boschi, evitandole la gogna della mancata candidatura, con tutto ciò che ne conseguirebbe. In parte fa credere che l'ultima parola spetti ai cittadini. Che è vero, ma fino a un certo punto. Al partito, infatti, spetta di decidere dove e come candidarla: nel listino proporzionale? In un collegio maggioritario? E in quest'ultimo caso, quanto "sicuro". Ovvio che in politica non esistano certezze assolute, specie quando si parla di elezioni. Però candidare una persona in un posto anziché in un altro fa la differenza.

Renzi si sofferma anche sul caso dello scandalo Etruria. "Non credo ce le banche siano il principale problema del Paese - osserva - ma chi ha rubato deve essere giudicato dai tribunali". E aggiunge: "Se hai bruciato 44 miliardi il conto lo pagano i risparmiatori e chi non ha più accesso al credito. Per questo abbiamo voluto la commissione. Ma si è cercato di guardare il dito quando noi indicavamo la luna. La vicenda Etruria - prosegue - è priva di ricadute penali, ma era giusto fare chiarezza".

Nella sua difesa a spada tratta il segretario del Pd ripete le parole usate dalla Boschi, ovvero che sulla vicenda banca Etruria si è aperta una caccia alla donna. "Chi ci segue da casa può avere il giudizio che vuole", ma sul caso "ci sono stati "incontri legittimi e privi di qualsiasi pressione, e non perché lo dica la Boschi". Ma non ci sarà alcun faccia a faccia con la Boschi? "Non è previsto. Naturalmente ci siamo sentiti, ma non l’ho vista". Quanto alla mail che Marco Carrai inviò all'ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, Renzi taglia corto: "Non ne sapevo assolutamente niente".

Il segretario del Pd si sofferma poi sulle previsioni (o speranze) legate alle prossime elezioni: "La partita per il primo posto è a due. Il primo partito sarà o il M5S o il Pd. Un sondaggio Swg dice che M5S è al 25,7 e il Pd al 25, una differenza minima. Noi vogliamo che il Pd sia il primo partito e credo che ci riusciremo". Con una battuta scommette sulla percentuale di elettori alle prossime votazioni: "Scommetto una bistecca alla fiorentina con vino toscano: alle Politiche voterà almeno il 70% degli italiani e il Pd sarà il primo partito". E non dimentica di incensare i suoi uomini al governo: "Se mettiamo in campo le squadre, il Pd ha Gentiloni, Minniti, Orlando, Martina, al netto del segretario il Pd c’è. La squadra del Pd è la più forte in assoluto".

In un passaggio dell'intervista Renzi si toglie un sassolino dalle scarpe, ripensando a un provvedimento che adottò quando era al governo, e che gli costò tantissime critiche: "Sugli 80 euro mi hanno massacrato, mi hanno detto 'ah, sono una mancia elettorale'.

Ma poi son tre anni che arrivano e ora nessuno vuole toglierli...". Aggiunge poi che "per combattere la povertà bisogna creare posti di lavoro e aumentare gli stipendi a chi non arriva alla fine del mese. Io voglio estendere gli 80 euro a chi ha figli".

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