"Renzi cerca solo i voti che lui non prende più. È più vicino alla destra"

Il capogruppo M5S: "Non si batte la Meloni imbarcandolo"

"Renzi cerca solo i voti che lui non prende più. È più vicino alla destra"
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Matteo Renzi? «Ha una strategia, che è quella di cercare qualcuno che se lo carichi per fargli prendere quei voti che lui da solo non riesce più a prendere». Risponde così a Il Giornale Francesco Silvestri, capogruppo del M5s alla Camera, sull'ultima mossa del leader di Italia Viva, che ha aperto a una coalizione di centrosinistra anche con Giuseppe Conte.

Quindi per voi non cade il veto su Renzi?

«Non è tanto una questione di veti, ma di opportunità. Se in cinque anni sei passato dal 3% all'1% vuol dire che quello non è il tuo campo. Io davvero credo che il campo di Renzi sia il centrodestra. Basta guardare i suoi voti in Parlamento. Ha votato la legge bavaglio con i partiti che sostengono il governo. Dalla giustizia all'ambiente al lavoro, Renzi mi sembra più vicino alla maggioranza. È contrario anche alla tassa sugli extraprofitti delle banche, dove c'è una proposta di legge a mia firma e che per noi è un tema fondamentale di politiche di redistribuzione».

Siete rimasti sorpresi dall'apertura del leader di Italia Viva?

«È una cosa maturata dopo la Partita del Cuore. Solo che un conto è una partita e un conto è un governo. So che per Renzi è su per giù la stessa cosa, ma per noi è diverso. Sta cercando chi lo faccia eleggere insieme ai suoi, non sono troppo sorpreso in realtà».

Elly Schlein però non ha chiuso all'ipotesi, anzi.

«Se qualcuno pensa di battere Meloni imbarcando Renzi secondo me sta facendo un ragionamento discutibile. Io rispetto il punto di vista di Schlein, ma vedo Iv nel campo avverso».

Come la immagina questa coalizione progressista?

«La immagino con fortissime proposte alternative alla destra. Parlo della sfida salariale, parlo di una proposta molto concreta sulle politiche del reddito, parlo di riconversione industriale e transizione ecologica, parlo di una politica anticorruzione per far sì che i 200 miliardi che stanno atterrando nei comuni si trasformino in servizi e non in opportunità per gli amici degli amici».

Per voi si parte da Pd, M5s e Avs?

«Mi sembra che sia questo il tridente trainante di quello che sarà un progetto aperto, che comprenderà anche reti sociali e civiche che sono fuori dal Parlamento».

Com'è il rapporto con il Pd?

«Il M5s è stato un aggregatore importante, penso a tante politiche di Schlein che erano battaglie storiche del M5s. Come il salario minimo, ma non solo. Il Pd adesso parla di Reddito di cittadinanza e all'epoca votò contro. Certo, ci sono differenze sulla politica internazionale, ma il nostro confronto sarà un percorso interessantissimo, non divisivo, anche perché sono convinto che in politica estera stiamo avendo ragione noi».

Infatti voi, a differenza del Pd, avete votato contro il bis di Ursula von der Leyen.

«Quando in politica

si fanno promesse che poi non si mantengono bisogna farsi da parte. Von der Leyen è passata da una promessa di transizione ecologica a una politica di aumento degli armamenti e investimenti militari per armare l'Europa».

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