Renzi mette già altri paletti. Chiede la testa di 2 ministri

Renzi continua ad alzare la posta in gioco. Nel mirino finisce pure Arcuri. Attenzione alla carta segreta: "Il governo Ca.Ca.Ca."

Renzi mette già altri paletti. Chiede la testa di 2 ministri

Osservando la situazione attuale appare evidente che la momentanea vittoria è nelle tasche di Matteo Renzi, che ha costretto il Movimento 5 Stelle, il Partito democratico e il premier a bussare alle porte di Italia Viva per proseguire l'esperienza giallorossa. Eppure gli alleati avevano scandito a gran voce l'impossibilità di tornare a dialogare con l'ex sindaco di Firenze se avesse ritirato la delegazione dal governo. Ma se Giuseppe Conte resterà a Palazzo Chigi, allora il pareggio sarebbe il risultato finale? Non proprio. Anzi, per i renziani inizierebbe la vera partita verso una vittoria che si preannuncia larga e piuttosto netta. Quella in cui pretendere con maggiore forza ciò che nel passato esecutivo è stato tralasciato, senza dimenticare che andrà partorita una nuova squadra tra ministri e sottosegretari.

I giochi sono apertissimi. L'esploratore Roberto Fico avrà tempo fino a martedì per verificare la disponibilità manifestata dalle forze che sostenevano il Conte bis di riformare la maggioranza. Da oggi prenderà il via il giro di consultazioni a partire dai partiti del governo giallorosso per constatare l'esistenza o meno dei presupposti per la riedizione dello scorso esecutivo che però, come già sottolineato, porterà inevitabilmente a una serie di modifiche dello scacchiere precedente. Italia Viva chiede discontinuità. "Io non ce l’ho con Conte anche se lui ha posto un veto su di me quando pensava di trovare un bel gruppo di responsabili", va ripetendo Renzi ai suoi. Che continua a sostenere che il presidente del Consiglio è caduto "non perché a me sta antipatico Conte e io sto antipatico a lui", ma semplicemente perché è stata palesata la "sua incapacità di fare le cose".

La mossa di Renzi

Dunque vietato ridurre il tutto a un mero fatto personale. L'apertura dei grillini a Iv non è stata certamente inaspettata: nei giorni scorsi era emersa già la volontà di cambiare idea e riappacificare con Renzi. Anche se, va detto, la linea dei vertici ha spaccato il Movimento che adesso potrebbe implodere definitivamente. Gli animi turbolenti di Alessandro Di Battista, Barbara Lezzi e Nicola Morra potrebbero portare la fronda pentastellata a creare più di qualche problema nel gruppo giallo.

Nel frattempo il leader di Italia Viva non scopre le sue carte. È convinto che, una volta seduto al tavolo delle trattative, si potrà trovare un'alternativa a Conte. La sua mossa prevede che si punti tutto sulla qualità del programma e soprattutto delle figure chiamate a rispondere alle sfide del Paese. Come riportato dal Corriere della Sera, nel mirino sarebbero finiti i ministri Roberto Gualtieri (Economia) e Alfonso Bonafede (Giustizia) e il commissario all'emergenza Coronavirus Domenico Arcuri. Caselle strategiche su cui Iv potrebbe impuntarsi e pretendere un radicale cambiamento.

Quella carta segreta...

"Attenzione perché ci potrebbe anche essere qualche sorpresa", tengono ad avvertire dal gruppo renziano. Il sogno nel cassetto è Mario Draghi, il quale però piuttosto che a Palazzo Chigi potrebbe finire al Ministero dell'Economia. Un'ipotesi remota, per ora, ma su cui molti scommettono. C'è tuttavia un altro nome che circola nelle stanze: quello di Marta Cartabia. La presidente emerita della Corte costituzionale - qualora il mandato esplorativo di Fico dovesse fallire - potrebbe rappresentare il profilo in grado di mettere d'accordo una buona parte del Parlamento così da avere una maggioranza stabile. Bisognerà poi vedere se eventualmente si tratterà di un nome per traghettare l'Italia alle elezioni anticipate o per portare la legislatura a scadenza naturale nel 2023.

Si andrebbe così delineando quello che Il Tempo chiama il governo "del trio Ca.Ca.Ca". Oltre alla Cartabia, infatti, la coincidenza è che i cognomi di Casellati e Casini iniziano tutti per "Ca".

L'attuale presidente del Senato può vantare un'importante figura istituzionale. Da non scartare l'opzione del politico di lungo corso Pier Ferdiando Casini, eletto col Pd nel 2018 a Palazzo Madama e con un buon rapporto storico con la cancelliera tedesca Angela Merkel.

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