Matteo Renzi è certo di aver commesso l’errore più grande nel momento in cui ha deciso di non sfiduciare il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede lo scorso maggio. La mozione di sfiducia era stata presentata ufficialmente dal centrodestra, al quale si era accodata Emma Bonino con Più Europa.
Renzi ammette i suoi errori
In una sua intervista rilasciata a Il Messaggero, Renzi ha fatto una considerazione riguardante la crisi di governo innescata da lui e dal ritiro delle due ministre di Italia viva dall’esecutivo.
“Ero sicuro che si provasse a risolvere con la politica, non con gli hastag. Ma vedremo se c’è ancora tempo. Col senno di poi abbiamo fatto molti errori. Col senno di poi non avremmo dovuto fidarci di chi ci ha chiesto di non sfiduciare Bonafede, questo l’errore più grande” ha spiegato il leader di Iv che ha parlato anche del suo ex partito, dopo che il segretario Nicola Zingaretti lo ha definito “inaffidabile”, e di chi ancora ritiene suo amico. “È mio amico chi chiede i soldi per la sanità attraverso il Mes, chi vuole dare i fondi ai Comuni e riaprire le unità di missione sull’edilizia scolastica e sul dissesto idrogeologico, chi vuole l’alta velocità, chi lotta contro i no vax e vuole riaprire le scuole in sicurezza, chi crede nella cultura e nel turismo, chi parla di contenuti e non si limita a copiare la comunicazione grillina”.Renzi non si è lasciato sfuggire neanche l’opportunità di commentare le parole di Zingaretti, il quale ha ammesso che vi siano stati molti errori e molte lentezze nell’ultimo anno e mezzo di governo. Renzi non ha potuto che condividere questa affermazione, andando anche a sottolineare come sia “sempre interessante quando il segretario del Pd si produce in analisi politiche e non si limita a rilanciare i tweet di Casalino. E il suo giudizio sul ritardo del Governo è ampiamente condiviso dal Paese non solo dal sottoscritto. Siamo i peggiori per il mondo per il numero di morti di Covid in rapporto alla popolazione, abbiamo un crollo del Pil devastante e senza paragoni, mandiamo i nostri ragazzi a scuola meno di tutti gli altri. Bisogna smetterla di dire che siamo il modello per il mondo e uscire dall’immobilismo”.
Era giusto sfiduciare Bonafede
In questo momento Renzi sembra però essere pentito di non aver sfiduciato a maggio il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che era finito nell'occhio del ciclone dopo la scarcerazione di alcuni boss mafiosi e le conseguenti accuse del pm Nino Di Matteo sulla scelta del capo del Dap. In quella occasione sia il Pd che i 5Stelle avevano avvisato Italia viva che se avesse votato la sfiducia al Guardasigilli con le opposizioni, avrebbe aperto una crisi di governo, in quanto Bonafede, oltre che ministro, era anche il capodelegazione dei grillini nel governo.
Chissà come sarebbero andate le cose se quella volta Renzi e Italia viva avessero avuto il coraggio di votare la sfiducia al ministro che ieri, in una dichiarazione sulla crisi di governo aveva detto: "Matteo Renzi ha tradito gli italiani in un momento difficilissimo, ora sta a noi lavorare per garantire stabilità al Paese, insieme compatti con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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