Renzi punge Letta: "Il problema con lui non era lo 'stai sereno', ma le tasse"

Il leader di Italia Viva punzecchia il segretario del Partito democratico: "Propone di aumentare le tasse. Non è una novità: lui da premier aumentò l'Iva"

Renzi punge Letta: "Il problema con lui non era lo 'stai sereno', ma le tasse"

Matteo Renzi si toglie qualche sassolino dalla scarpa e torna ad attaccare frontalmente Enrico Letta. Il leader di Italia Viva nella sua enews ha trattato i soliti temi di attualità politica, toccando anche la questione relativa al possibile aumento delle tasse per i più ricchi. Nei giorni scorsi il segretario del Partito democratico ha più volte rilanciato la proposta di una tassa di successione. L'ipotesi potrebbe essere quella di inasprire l'imposta indiretta sui beni immobili e diritti reali immobiliari lasciati in eredità per finanziare una "dote" destinata ai maggiorenni. Ma il tema avanzato dal numero uno del Pd non ha fatto mancare le reazioni contrarie degli avversari.

L'ultimo stop è arrivato da Matteo Renzi, che ha colto l'occasione per fare un salto nel passato e tornare alla caduta del governo Letta. "Come vedete, il problema con Enrico non era lo 'stai sereno' ma argomenti concreti, a cominciare dalle tasse: Iva, ottobre 2013", ha scritto il leader di Italia Viva. Il quale ha sottolineato che la proposta di aumentare le tasse da parte del segretario dem non rappresenta affatto una novità: "Enrico da premier aumentò l'Iva". E ha inoltre denunciato una certa cultura della sinistra italiana che "preferisce aumentare le tasse anzichè tagliare le spese". La posizione di Renzi è dunque contraria: "In Italia le tasse sono troppo alte e questo, come ha detto Draghi, è il tempo di dare, non di prendere. Tra le idee di Letta e quelle di Draghi, scelgo convintamente le idee del premier".

L'ex presidente del Consiglio pochi giorni fa è tornato sul tema e ha fatto il simpatico, non perdendo tempo per rilanciare con convinzione la sua proposta anche con un tocco di ironia: "Il nostro è un Paese davvero dal cuore d'oro. Vedo solidarietà diffuse a quell'1% più ricco del nostro Paese per evitare che si trovi a pagare la tassa di successione come succede invece in Usa, Regno Unito e Francia".

Nei confronti di Letta si registra già il "no" del premier Mario Draghi, che di fatto ha frenato chiaramente le intenzioni del Partito democratico in tal senso: "Non ne abbiamo mai parlato, non l'abbiamo mai guardata ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli".

Un immediato stop è arrivato anche dall'azzurro Roberto Occhiuto: il capogruppo di Forza Italia alla Camera ritiene l'idea assolutamente non percorribile da questo governo di unità nazionale in quanto lo scopo principale per cui è nato è limitato al "superamento dell'emergenza sanitaria ed economica".

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