Dopo la visita di due mesi fa per l'inaugurazione dello stabilimento delle Rubinetterie bresciane, azienda dell'imprenditore Aldo Bonomi, Matteo Renzi torna a essere l'ospite d'onore all’assemblea annuale dell’Associazione industriali bresciani. E, mentre dentro alla fabbrica Palazzoli il premier rinsalda l'asse con quell'Italia che produce, all'esterno va in scena l'ennesima manifestazioni di protesta di opposizione alle politiche del governo e, in particolar modo, al Jobs Act. Tutto inutile. Perché l'iter della riforma del lavoro non si arresterà. Nemmeno se sarà la minoranza del Pd a mettersi di traverso. "Le dinamiche parlamentari le vedremo alla Camera nelle prossime settimane, nei prossimi giorni - mette subito in chiaro - se ci sarà bisogno di mettere la fiducia la metteremo. L’importante è che la fiducia non la perdano quelli che devono creare lavoro in Italia".
"Il sindacato fa il suo lavoro: in bocca al lupo - mette in chiaro il presidente del Consiglio in una intervista al Tg5 - ma noi andiamo avanti perché il nostro obiettivo non fare una battaglia politica ma far ripartire l’Italia e su questo non molliamo di un millimetro". Nemmeno i sindacati e l'ala antagonista della sinistra, però, intendono mollare. Così, se la Cgil mette in scena un'assemblea proprio all’esterno della fabbrica che ospita il premier, centri sociali, Cobas e movimenti studenteschi sfilano lungo le vie della città per protestare contro la riforma del mercato del lavoro. E così, al suo arrivo, Renzi si è beccato i soliti fischi e le solite contestazioni. Col solito gruppo di antagonisti facinorosi che, nel tentativo di avvicinarsi alla Palazzoli, sono entrati in contatto col cordone di polizia ferendo due agenti. Momenti di tensione che non hanno scalfito il premier. "C'è un disegno per spaccare l'Italia", ha denunciato. Ma la Cgil gli ha prontamente risposto: "C’è molto nervosismo nelle parole del presidente del Consiglio che ancora una volta evoca fantasmi e complotti, lancia invettive e ammonimenti, ma evita accuratamente di dire come si crea lavoro e come si rilancia il Paese". Un braccio di ferro che, giorno dopo giorno, alza il tiro dello scontro.
"Renzi - ha detto il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi durante l’assemblea - si è assunto il pesante fardello di far uscire l’Italia dalle secche di regole e culture sorpassate che sappiamo ci condurrebbero a un lento ma inarrestabile declino". Secondo il leader degli industriali, la legge di Stabilità ha un impianto valido ma il governo p chiamato fare più sforzi su ricerca, investimenti e Imu per le imprese. Comunque, ha assicurato Squinzi, c’è "una significativa discontinuità rispetto al passato". Terminato l’appuntamento alla Palazzoli, Renzi ha visitato altre due aziende bresciane a Rezzato. Alla Italcementi ha inaugurato un nuovo impianto produttivo e l’Omr, di proprietà di Marco Bonometti, il presidente degli industriali di Brescia. All’Omr, invice, il presidente del Consiglio ha visitato l’impianto e incontrato gli operai.
"Renzi dice di voler stare con chi si spacca la schiena, ma attorno ci sono le fabbriche che chiudono, le persone che perdono il lavoro - commenta Pippo Civati - dopo Brescia andrà anche a Taranto e a Terni e lì dopo le manganellate sono veramente incazzati. Spero che non ci siano tensioni, insistere in questo modo mi sembra proprio provocatorio".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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