L'uccisione del reporter Jan Kuciak e della sua fidanzata travolgono anche il primo ministro slovacco. Dopo una mozione di sfiducia presentata dai partiti di opposizione contro il governo di coalizione in carica, il premier di centro-sinistra Robert Fico ha lasciato ieri il suo incarico. «Ho offerto le mie dimissioni al presidente della Repubblica - ha detto il capo del governo -. Se le accetterà, sono pronto a dimettermi domani» (oggi, ndr). L'uscita di scena del premier è l'ultima tappa e la più forte, finora, dal punto di vista politico di una vicenda che ha scioccato il Paese, dopo che tre settimane fa il giornalista Kuciak, 27 anni, è stato ucciso nel suo appartamento di Velka Maca, a 65 chilometri da Bratislava, con la fidanzata Martina Kusnirova. Il reporter stava portando avanti un'inchiesta su presunti legami fra uomini d'affari italiani sospettati di relazioni con la 'ndrangheta e uomini politici slovacchi.
Nei giorni scorsi erano già cadute le prime teste, tutte vicine al capo del governo. Il giorno precedente era toccato al ministro dell'Interno Robert Kalinak, dopo le manifestazioni di protesta e le pressioni degli alleati della coalizione del partito della minoranza ungherese Most-Hid. Prima di lui Maria Troskova, assistente del premier Robert Fico, e Vilem Jasan, ex deputato dello Smer, partito di Fico e attuale segretario del Consiglio di sicurezza. I due hanno lasciato il loro incarico per le rivelazioni di Kuciak che aveva ipotizzato legami fra loro e un imprenditore italiano di una delle quattro famiglie che orbiterebbero intorno alla 'ndrangheta e che erano state oggetto delle sue inchieste.
«Con Fico al governo, un'inchiesta oggettiva sul doppio omicidio (del giornalista Jan Kuciak e della fidanzata Martina Kusnirova) non è possibile», ha dichiarato ai media il presidente del partito liberale Libertà e solidarietà (SaS), Richard Sulik, annunciando di avere depositato la mozione.
La Slovacchia, con poco più di 5 milioni di abitanti, è il più piccolo dei quattro Paesi dell'Europa centro-orientale che compongono il cosiddetto Gruppo di Visegrad,
che comprende anche Polonia, Ungheria e Cechia. Ha purtroppo una pessima tradizione in fatto di corruzione, e la commistione tra politici slovacchi corrotti e criminalità d'importazione risulta credibile proprio per questo.
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