L'Italia ogni minuto subisce decine di attacchi cyber ed è costretta a difendersi con hacker reclutati a basso prezzo. È uno sfogo, quello del ministro della Difesa Guido Crosetto, contro un populismo strisciante che sta mettendo a rischio anche la sicurezza delle infrastrutture strategiche italiane. Parliamo sulla cybersecurity. Ieri Crosetto è intervenuto alla Camera nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla difesa cibernetica, mettendo sul tavolo un grande rischio: «Le nostre regole del pubblico impiego sono totalmente incompatibili per i tempi in cui viviamo. Lo dico prendendomi la responsabilità. Il blocco a 240mila euro per gli stipendi pubblici va bene per prendere qualche voto, non va bene per avere le migliori competenze che servono a un Paese per affrontare queste sfide. Con 240mila euro, sulla cyber, non trovi neanche il più sfigato degli hacker» - dice Crosetto che punta il dito contro il tetto introdotto nel 2011 dal governo Monti. Tradotto: un dipendente dello Stato non può percepire un compenso superiore ai 240mila euro. Un limite che si scontra con un mercato nettamente superiore. Per reclutare un hacker, restando nel limite dei 240mila euro, devi affidarti a 20enni, il cui primo stipendio non può superare i 150/160mila euro l'anno. Sono le regole della Pa. E dunque, la Difesa è costretta a pescare figure a basso costo. Una partita che sembra persa in partenza. Una beffa che diventa doppia se si pensa che i migliori sono proprio italiani. «Gli esperti di questo settore nel mondo sono in grande parte italiani spiega Crosetto - Ebbene, non ce n'è uno che ha interesse a lavorare in Italia. Perché hanno anche un interesse economico. Io ho fermato una delle più grandi esperte di IA, una prof di Torino, richiesta in Francia, Germania e Usa. Ti devi inventare dei sistemi per tenerli qua. C'è un tema sostanziale che vale per tutte le materie Stem, ma dobbiamo porcelo. Altrimenti non avremo le competenze umane per competere». L'affondo del ministro colpisce uno dei pilastri della propaganda grillina: «La storia dell'uno vale uno non è vera, basta guardare il mondo. Qualcuno vale 200, altri valgono zero. La competenza si paga, se non paghi non hai competenza, e senza competenza non hai futuro» si sfoga l'esponente Fdi. Il governo sta provando a mettere una pezza. «Sto cercando di costituire alla Difesa una piazza cibernetica dove far incontrare queste intelligenze sparse per il mondo, pagandole nell'unico modo con cui posso: il loro amore per l'Italia. Ho un gruppo di lavoro che segue per me queste cose: non c'è un giorno che non arrivi una scoperta, una notizia, potenzialmente rivoluzionaria». Perché bisogna subito cambiare quel tetto?
«Mentre parlo - spiega il ministro - riceviamo decine di attacchi cyber. Si tratta di minacce, attacchi ripetuti e interferenze malevole che prendono di mira sia la sfera pubblica che quella privata, economica, industriale, dei trasporti e delle comunicazioni.
Nel dominio cyber, più che negli altri domini di operazione - terrestre, marino, aerospaziale la sicurezza di uno Stato è continuamente, ogni giorno, messa a repentaglio da una durissima competizione non solo tra nazioni ma anche tra attori non statuali».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.