Non era ancora finita la retata di ex terroristi italiani che già iniziava a circolare la versione "ufficiale" dei fatti, sui giornali e in televisione: gli arresti dei latitanti in Francia concludono gli Anni di piombo, che furono una sbandata verso l'estremismo di una piccola parte della sinistra, per il resto impegnata a isolare brigatisti e affini. Questa vulgata contraddice decenni di storiografia e migliaia di pagine prodotte dalle varie commissioni parlamentari. Gli arresti, purtroppo, non concludono un bel niente, sono un atto di giustizia, per quanto tardivo, ma non possono essere sufficienti per archiviare un intero periodo. Al di là dei singoli casi, ci sono numerosi punti da chiarire.
Nonostante il pacifismo di facciata, il Partito comunista italiano ha sempre considerato l'opzione di una insurrezione armata e disponeva dei mezzi necessari per realizzarla. L'apparato militare del Pci non era esterno ma interno al partito stesso e prevedeva una struttura clandestina intrecciata con l'Anpi e la Figc. Un numero di militanti sufficiente per creare gravi problemi fu addestrato alla guerriglia e al sabotaggio in Cecoslovacchia. Le Brigate rosse attinsero armi dai depositi dei partigiani. Erano state nascoste in attesa dell'ordine di insurrezione. Il terrorismo non era improvvisato dal punto di vista ideologico e neppure da quello militare: da una parte, apparteneva alla tradizione eversiva del Partito comunista; dall'altra, era conseguenza logica del movimentismo anni Sessanta.
L'Italia era un crocevia di spie sovietiche, che influenzarono (anche con la pecunia) il terrorismo ancora in culla. Ci sono fatti e nomi che attendono di essere scoperti: gli agenti infiltrati dal Kgb ai massimi livelli della classe dirigente italiana; i referenti politici ed economici del Kgb all'interno del Pci; gli agenti reclutati dalla Cia tra i massimi esponenti del Pci; il peso dei servizi segreti di Stati del Patto di Varsavia in alcuni snodi fondamentali della storia italiana, dal rapimento di Aldo Moro all'attentato a Giovanni Paolo II; l'ampia zona «rossastra» costituita da chi faceva da tratto d'unione affinché terroristi e Stato o terroristi e Pci potessero parlarsi; la gigantesca area dei fiancheggiatori ideologici, costituita spesso dalla borghesia radicalizzata e ansiosa di partecipare, con la cattiva retorica o il denaro, al progresso del comunismo.
A parole, tutti vogliono aprire gli archivi e rendere disponibili i documenti coperti da segreto di Stato.
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