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Revocati i domiciliari a Castellucci

Ma per il Riesame di Genova l'ex ad "era senza scrupoli verso la vita degli utenti"

Giovanni Castellucci
Giovanni Castellucci

Giovanni Castellucci, l'ex amministratore delegato di Aspi e Atlantia, finito agli arresti domiciliari l'11 novembre nell'ambito dell'inchiesta della procura di Genova sulle barriere fonoassorbenti, non è più ai domiciliari.

Lo ha deciso lunedì il tribunale del Riesame, stabilendo per il manager una misura interdittiva, mentre resta il provvedimento per l'altro manager, Michele Donferri Mitelli, ex dirigente di Autostrade. «Siamo molto soddisfatti perché la misura ci sembrava sproporzionata» ha fatto sapere il suo avvocato Carlo Longari. I giudici hanno però disposto per lui l'interdizione per 12 mesi dall'esercizio dell'attività professionale di ingegnere e dagli uffici direttivi di persone giuridiche e imprese.

Castellucci è indagato sia nell'indagine relativa al crollo di ponte Morandi e circa la mancata manutenzione dei viadotti, sia nella vicenda relativa alla lacunosa manutenzione del sistema di gallerie gestite sempre da Aspi (inchiesta aperta dopo il crollo della volta della galleria Bertè in A26 il 30 dicembre dell'anno scorso) e da ultimo per tentata truffa, per avere cercato insieme ai complici di imputare molti dei costi relativi al ripristino della sicurezza con riferimento all'installazione delle barriere Integautos sotto una voce convenzionale diversa dal dovuto.

«Emerge in tale quadro la persistente totale mancanza di scrupoli per la vita e l'integrità degli utenti delle autostrade - scrivono i giudici - compiendo azioni e omissioni in concorso relative a praticamente tutti i tipi e gli oggetti di manutenzione ed adeguamento nell'ambito della gestione delle autostrade, condotte volte tutte a una poliedrica e persistente politica del profitto aziendale, soprattutto risparmiando le spese dovute, ma anche cercando a imputarle a capitoli non pertinenti perché potessero essere in parte detratte dai debiti verso la controparte».

Secondo il Riesame non si può dire che «le condotte illecite siano state da lui tenute solo nell'interesse di terzi, in quanto i soddisfatti azionisti di maggioranza avevano modo di ripagarlo adeguatamente». Per i giudici Castellucci riceveva rilevanti compensi economici già nel 2010: oltre 1.250.000 euro annuali lordi per il lavoro svolto per Aspi e 750.

000 euro per quello svolto nell'interesse di Atlantia, ai quali si aggiungeva la partecipazione ai piani di incentivi triennali la cui remuneratività non risulta specificata, ma con i quali si manifestava il particolare «gradimento» da parte degli azionisti per gli utili distribuiti.

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