La riabilitazione di Silvio Berlusconi è definitiva. La Procura generale infatti non ha impugnato il provvedimento del Tribunale di sorveglianza. Di fatto venerdì scorso il Tribunale aveva fatto decadere l'incandidabilità di Berlusconi e gli effetti sulla condanna della legge Severino. La procura aveva 15 giorni di tempo per impugnare il provvedimento. La procura ha scelto dunque di non opporsi al verdetto. E a questo punto nessun ostacolo può bloccare una eventuale candidatura del Cavaliere. Si chidue così un calvario durato ben cinque anni. I legali di Berlusconi avevano presentato l'istanza lo scorso marzo. Il verdetto del Tribunale di sorveglianza era atteso per il mese di giugno. Con quasi un mese di anticipo è arrivata le decisione del giudice. In caso di ricorso da parte della procura sarebbe stato necessario fissare un'udienza. Poi gli stessi giudici avrebbero dovuto decidere se inviare o meno gli atti in Cassazione. Dal 27 maggio la riabilitazione del Cavaliere sarà definitiva.
Inoltre, nel provvedimento del tribunale, si evidenzia come due denunce presentate per diffamazione e voto di scambio sono state archiviate. Sempre in relazione al periodo di valutazione - dalla condanna nel 2013 alla scadenza dei tre anni che la legge prevede debbano trascorrere dall'espiazione della pena - "emerge la sussistenza di carichi pendenti presso le procure della Repubblica di Milano, Roma e Torino", tutti legati al caso Ruby. "Tali pendenze - scrive il Tribunale di Sorveglianza - non escludono di per sé la sussistenza della regolarità della condotta". In definitiva, il collegio ritiene che "sussistano tutti i requisiti prescritti per l'accoglimento dell'istanza, in assenza di dati significativi di segno contrario". A Milano, dove è in corso il processo sul caso Ruby, Berlusconi è accusato di corruzione in atti giudiziari per aver comprato il silenzio di una ventina di testimoni.
Se la presenza di indagini non è ostativa alla riabilitazione di Berlusconi e la decisione della procura generale gioca a vantaggio del leader di Forza Italia, per il Cav c'è un altro rischio, ovvero l'articolo 180 del codice penale che recita: "La sentenza di riabilitazione è revocata di diritto se la persona riabilitata commette entro sette anni un delitto non colposo, per il quale sia inflitta la pena della reclusione per un tempo non inferiore a due anni, od un'altra pena più grave".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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