Mazzi di fiori, biglietti di condoglianze per la famiglia di Luis e tanta, tanta tristezza per l'ennesima tragedia, imprevedibile come tutte le altre, ma che forse si sarebbe potuta evitare se si fosse capito fino in fondo lo squilibrio psichico di Andrea Tombolini.
Ieri mattina alle 9 ha riaperto il supermercato Carrefour del centro commerciale di Milano Fiori ad Assago, dove giovedì sera è stato ucciso a coltellate il cassiere Luis Fernando Ruggieri e altre cinque persone sono state ferite. Venerdì il supermercato era rimasto chiuso in segno di lutto, ma già ieri l'attività è ripartita, con dipendenti e clienti sconvolti per l'accaduto. Tra i tanti biglietti all'ingresso, anche quello delle commesse di un negozio vicino, che esprimono cordoglio ai parenti del boliviano, che giovedì non avrebbe dovuto doveva essere alle casse. Era infatti addetto al servizio acque, un ruolo che generalmente non prevede alcun contatto con il pubblico.
Ieri i dipendenti del supermercato non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. Al momento Carrefour ha deciso di ritirare i coltelli dai punti vendita. Ma questo, ormai, serve a poco perché purtroppo non si torna indietro. Tombolini dovrà rispondere di omicidio e tentato omicidio. Ieri il Gip Patrizia Nobile ha convalidato il suo arresto e ha disposto che rimanga nel reparto psichiatrico dell'ospedale San Paolo evidenziando «particolarmente elevato il pericolo di recidivanza di delitti a base violenta». «E in considerazione degli allontanamenti spontanei dell'indagato dagli ospedali in cui era stato recentemente condotto con ambulanza, si reputa necessario predisporre un presidio per prevenire probabili fughe», osserva il giudice.
Anche i genitori confermano che ha problemi psichici, anche se non gli erano state certificate clinicamente patologie. Agli inquirenti il 46enne ha raccontato di essere entrato nel supermercato con l'intenzione di ferirsi, ma a un certo punto si sarebbe sentito circondato dalla «felicità degli altri» e così, per sette interminabili minuti, ha scatenato il suo disagio su chi si è trovato davanti, fino a quando è stato bloccato dall'ex calciatore Massimo Tarantino.
«Mio figlio non era mai stato aggressivo o violento», ha raccontato i padre dell'assassino sconvolto. Ma Tombolini era sempre «ansioso», secondo i conoscenti, sembrava spaventato e a disagio con le altre persone. Il 18 ottobre era stato ricoverato in ospedale per un gesto autolesivo: i genitori avevano chiamato i soccorsi perché si era preso a pugni in testa e in faccia. Ma era uscito, dimesso, con una segnalazione ai servizi psichiatrici in cui si evidenziava «un disagio non attenzionato».
Non era però in cura presso nessun centro psichiatrico, anche se aveva avuto un'altra crisi, non violenta, dopo un i ervento alla schiena. Era ossessionato dall'idea di «essere un malato grave, in procinto di morire». Invece ha ucciso.
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