
Contrasto all'immigrazione illegale, ripresa dell'economia e rilancio del ruolo internazionale della Germania sia nell'Ue sia nella Nato. Sono le priorità di Friedrich Merz, il presidente della Cdu che il 6 maggio verrà eletto al Bundestag cancelliere alla guida di un governo formato da popolari e socialdemocratici. Una coalizione tutt'altro che grande, perché può contare su appena 12 deputati in più della maggioranza. La tenuta dell'esecutivo è soltanto una delle sfide di Merz, deciso a «riportare la Germania in avanti» fuori dalla crisi generale in cui versa.
Il presidente della Cdu ha ammesso che l'alleanza con la Spd è «senza euforia»: il governo vuole essere «di lavoro», ossia di scopo, un matrimonio di necessità e non d'amore. A ogni modo, è imperativo assumersi «responsabilità per la Germania» secondo Merz, che vede l'alleanza tra Cdu, Csu e Spd come «ultima possibilità» per impedire al partito di estrema destra Afd di arrivare al potere. È quindi necessario contrastare con forza l'immigrazione illegale, grande paura che Afd cavalca mietendo consensi. «Dal primo giorno» del suo governo, ha scandito Merz al congresso che la Cdu ha tenuto ieri a Berlino per approvare l'accordo di governo, saranno respinti alle frontiere tutti i migranti senza documenti, compresi i richiedenti asilo. Ai confini proseguiranno i controlli di polizia, i ricongiungimenti familiari per gli immigrati in protezione sussidiaria saranno fermati per due anni, le espulsioni aumenteranno. È il «cambiamento» promesso da Merz, che abbatte il feticcio del «benvenuti rifugiati». A gestire la svolta sarà il falco Alexander Dobrindt (Csu) che, designato all'Interno, è nella squadra di sette ministri dell'Unione cristiano-democratica e tre dell'Unione cristiano-sociale. Per gli Esteri la scelta è Johann Wadephul (Cdu), euroatlantista e deciso sostenitore dell'appoggio all'Ucraina. All'Economia ed Energia andrà Katherina Reiche (Cdu) già a capo di Westenergie parte di E.on. L'ex manager è una delle tre ministre del partito di Merz: nomine che, con Dorothea Bär (Csu) a Ricerca e Spazio, allontanano dal prossimo cancelliere le accuse di misoginia. Tuttavia, Merz è investito dalle critiche di quanti ritengono che si sia circondato di fedelissimi, privilegiando la lealtà alle competenze, e di tecnici reclutati sia tra ex lobbisti sia tra dirigenti d'azienda come Prien o Karsten Wildberger, Ad di Mediamarkt/Saturn in quota Cdu per Digitalizzazione e Modernizzazione dello Stato.
Quali che siano i criteri di scelta, tutti sono chiamati a far ripartire la locomotiva d'Europa, in stagnazione dopo due anni consecutivi di recessione. Per la ripresa, Merz punta su sgravi fiscali e investimenti, trainati da spese per difesa e infrastrutture sottratte al vincolo di bilancio previsto dalla Costituzione. In tale prospettiva, la Germania ha già chiesto alla Commissione europea per il 2025-2028 di esentare dal Patto di stabilità e crescita dell'Ue gli investimenti militari, mentre l'Italia non ricorrerà a tale deroga almeno fino al vertice Nato dell'Aja (24-25 giugno).
Per Berlino, si deve fare presto e l'economia si salda alla politica internazionale, con Cdu, Csu e Spd sostenitrici di un rinnovato ruolo di responsabilità della Germania nella difesa sia dell'Ue sia della Nato di fronte alla minaccia russa.
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