Dicembre mese di scadenze per la sanità pubblica. Oltre all'obbligo di usare le mascherine in ospedali ed Rsa, che come più volte ribadito dal ministro della salute Orazio Schillaci verrà prorogato, arriva a fine corsa un altro importante asset per cittadini e medici: la ricetta elettronica o dematerializzata. Il 31 dicembre, infatti, scadrà il provvedimento emergenziale legato alla pandemia, anche se la ricetta elettronica è stata introdotta per la prima volta in Italia con il decreto del ministero dell'Economia e delle Finanze del 2 novembre 2011.
A differenza di quella cartacea rossa, la ricetta elettronica è valida sull'intero territorio nazionale e non solo nella Regione di residenza dell'assistito consentendo, però, di pagare il medesimo ticket o usufruendo della stessa esenzione della Regione di residenza.
Collegandosi allo stesso sistema informatico telematico il farmacista può accedere direttamente alla prescrizione digitale e ai dati del paziente mediante il numero di ricetta elettronica e il codice fiscale. Attenzione però: in Lombardia e in Puglia, il problema si può aggirare tramite il fascicolo sanitario elettronico che consente la medesima operazione, non nelle altre regioni che rischiano di dover tornare alla carta e allo studio medico.
«Abbiamo interpellato sul provvedimento la segreteria del ministro della Salute facendo presente la scadenza, e ci aspettiamo una risposta positiva su una eventuale proroga - sottolinea il presidente dell'Ordine dei Medici, Fnomceo, Filippo Anelli (foto). Durante il Covid per evitare l'affollamento degli studi medici è stato consentito di inviare un codice ai pazienti in modo non criptato, via telefono o email. Questo provvedimento è andato benissimo e nelle more che tutte le Regioni adottino e tutti i cittadini attivino il fascicolo sanitario elettronico è un sistema comodo per i pazienti e sicuro per i medici», ha concluso. «La ricetta dematerializzata permette di ridurre l'affollamento negli studi medici in particolare in un momento come quello del picco di contagio influenzale. L'altro provvedimento che va assolutamente rinnovato è l'obbligo delle mascherine nelle strutture sanitarie ed Rsa, ampliandolo anche agli studi medici privati» per il segretario nazionale della Federazione Italiana di medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti.
Immediata la richiesta di una proroga anche da parte dei partiti dell'opposizione. «Mi pare evidente che mettere fine al provvedimento sarebbe un passo indietro che penalizzerebbe i cittadini, soprattutto, quelli con malattie croniche.
Un governo che si riempie la bocca con le parole innovazione e digitalizzazione dovrebbe spiegare perché non ha ancora rinnovato una norma di civiltà e buon senso» attacca Malavasi, deputata Pd in commissione Affari sociali.
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