Siamo entrati nel pieno della campagna elettorale e lo dimostrano i messaggi al veleno, che insinuano e accusano, e che vengono nuovamente diffusi da parte di una certa parte politica, la stessa che accusa il centrodestra di alimentare l'odio sociale. Pochi giorni fa è stato Andrea Scanzi ad attaccare, puntando il dito contro Fratelli d'Italia e Giorgia Meloni per aver scelto Vittorio Feltri come capo lista nella corsa alle amministrative di Milano. Il direttore editoriale di Libero non è stato candidato a sindaco, perché il centrodestra compatto ha scelto Luca Bernardo per quel ruolo, ma tanto è bastato ad Andrea Scanzi per attaccare Fratelli d'Italia, il suo presidente e il giornalista. Oggi è il turno di Alessandro Di Battista, che ha deciso all'improvviso di scagliarsi contro Silvio Berlusconi perché, tra le tante ipotesi che circolano in questi giorni, ci sarebbe anche quella di una sua possibile candidatura per la corsa al Quirinale.
L'ex pentastellato, che ormai non ha più nessun ruolo politico all'interno del Movimento 5 Stelle ma continua a fare propaganda con una sorta di corrente esterna allo stesso M5S, fa quasi capire di aver preparato il post per un obbligo morale, visto che "in molti nell'attuale Parlamento stanno pensando ad una sua possibile elezione a presidente della Repubblica (Renzi-Salvini-Meloni-Frattaglie Berlusconiane sono, ormai, diventati un asse)". In questi giorni nei palazzi del potere si fanno molte ipotesi sul successore di Sergio Mattarella, e non è nemmeno escluso del tutto che l'attuale presidente della Repubblica possa fare il bis. Tra i tanti nomi che circolano c'è anche quello di Silvio Berlusconi.
Un'eventualità al momento lontana. Ma tanto basta ad Alessandro Di Battista per muovere accuse forti nei confronti del Cavaliere con l'intento di screditarlo. L'ex grillino, quindi, ha riportato un estratto della sentenza di Cassazione, presente nel volume Collusi scritto da Nino Di Matteo e Salvo Palazzolo e inerente la cosiddetta trattativa Stato-mafia. Il commento di Alessandro Di Battista non lascia dubbi interpretativi su quelle che sono le sue intenzioni: "Solo in Italia - nel silenzio generale tra l'altro - si pensa ad un finanziatore di Cosa nostra, ad un uomo che pagava la mafia anche per tornaconto personale mentre imprenditori come Libero Grassi si opponevano e per questo venivano ammazzati, ad un imprenditore che con i suoi denari ha, di fatto, rafforzato l'organizzazione criminale colpevole di stragi ed assassinii illustri, come Presidente della Repubblica".
Di Battista, quindi, conclude: "Una roba del
genere avrebbe fatto scalpore anche nella Colombia degli anni '90...da noi si ride, si ingoia, ci si adegua o si tace...Tutto ciò (che mi auguro resterà solo un'ipotesi) fa parte della restaurazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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