Riforme, maratona notturna: avanti senza le opposizioni

Emendamenti approvati: sigillo finale a marzo. Renzi esulta: "Bene così, il rammarico è loro". Ma è sempre più solo

Riforme, maratona notturna: avanti senza le opposizioni

Maratona notturna alla Camera sul ddl Boschi. L’esame degli emendamenti e l’approvazione quindi dei 40 articoli che riscrivono la Costituzione avviene però in un'Aula semivuota. Come annunciato in una conferenza stampa congiunta, le opposizioni non si sono sedute ai propri banchi. Fa eccezione una manciata di deputati del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia a presidiare il regolare andamento dei lavori.

"Credo che a rammaricarsi debbano essere il centrodestra, le opposizioni - commenta il premier Matteo Renzi parlando in Transatlantico a Montecitorio - noi bene così, andiamo avanti". Assenze che sono "una ferita istituzionale", ammette però il deputato Pd Ettore Rosato chiudendo i lavori dell’Assemblea che vengono accolti da un applauso dei deputati. Anche se, aggiunge, "il percorso è ancora lungo e riusciremo a fare in modo che tutti sentano propria" questa riforma. A voler sottolineare poi l'importanza del passaggio che si è appena concluso la presenza di Renzi, che poco prima della chiusura dei lavori aveva fatto il suo ingresso nell’emiciclo.

Il secondo atto della partita sulle riforme non si è ancora consumato. Per il via libera finale al provvedimento occorrerà aspettare i primi giorni di marzo. La maggioranza supera, tuttavia, la prova delle centinaia di proposte di modifica su cui in questi giorni si sono scontrati i partiti. E ovviamente, a causa della scelta delle opposizioni, al contrario delle scorse sedute notturne, questa volta i lavori procedono spediti e senza incidenti. A segnalare simbolicamente la disponibilità al confronto il Pd sceglie di lasciare in coda l’esame dell’articolo 15 sul referendum, oggetto di un aspro braccio di ferro con i Cinque Stelle che chiedevano l'eliminazione del quorum. La mossa di accantonare le misure in questione quasi fino alla fine non sortisce però alcun effetto. Referendum a parte, tra le novità approvate dalla Camera spunta una modifica alla maggioranza parlamentare necessaria a deliberare lo stato di guerra: d'ora in poi per il via libera, che però con la riforma spetterà alla sola Camera dei deputati, servirà la maggioranza assoluta dei voti e non più solo quella semplice. Un passo che, secondo il ministro per le Riforme Maria Elena Boschi, rappresenta un ragionevole punto di "mediazione".

Opinione non condivisa da tutti, però. "Con una legge elettorale maggioritaria - osserva Rosy Bindi - che darà il 54-55% a chi vince, questo emendamento non è sufficiente a garantire che in futuro vi sia il rispetto della Costituzione".

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