Le riforme con il trucco: nasce il Senato grillino

I 5s a caccia di elettori nuovi. A Palazzo Madama a 25 anni e votati dai diciottenni

Le riforme con il trucco: nasce il Senato grillino

Per recuperare consensi allargano la platea degli elettori, così da costruire un Senato grillino. Per ridimensionare il potere delle Regioni riducono i delegati che partecipano all'elezione del capo dello Stato. Nel disperato tentativo di dimenticare l'Umbria e la disfatta, il governo intende ritoccare la Costituzione. Nel vertice di maggioranza, che si è tenuto ieri, si è infatti stabilito di proseguire l'opera di riscrittura della Carta già iniziato con il taglio dei parlamentari e di dare seguito all'accordo siglato il 7 ottobre scorso fra Pd e M5s. Protagonista del vertice è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, ed esponente del M5s, Federico D'Incà, che per mettere in sicurezza l'alleanza, in realtà assai traballante, si è sentito in dovere di assicurare che «la maggioranza è determinata ad andare avanti. Lo sarà nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Vale per le riforme e per altri punti del programma».

E, come si dice in questi casi, il clima non poteva che essere «collaborativo», il confronto ovviamente «sereno» ha affermato Anna Macina, capogruppo Affari costituzionali del M5s alla Camera a cui è stato delegato il compito di anticipare l'impianto delle riforme. Nelle intenzioni del governo c'è la volontà di uniformare l'elettorato attivo per quanto riguarda sia Camera e Senato. Significa dare la possibilità anche ha chi ha compiuto 18 anni di votare per entrambe le assemblee. Nello stesso tempo si abbassa l'età necessaria per candidarsi a Palazzo Madama: non più 40 ma 25 anni. Un'altra modifica riguarderebbe la base elettorale che passerebbe da regionale a circoscrizionale. E se il provvedimento - che si è scelto di depositare al Senato - è presentato come necessario per ristabilire garanzie e contrappesi dopo il taglio dei parlamentari, l'obiettivo, neppure tanto nascosto, è quello di allargare l'elettorato del M5s, da sempre composto da elettori di fascia giovane. Come si sa, il sogno di Beppe Grillo è quello di togliere il voto agli anziani e lasciarlo solo ai giovani. Al momento, si comincia da questo testo, ma si lavora in futuro, ed è stato dichiarato, sul voto ai sedicenni. E la conferma è arrivata sempre ieri per voce di Luigi Di Maio, ospite di Maurizio Costanzo e del suo show: «Il voto ai sedicenni? Grillo sostiene questa battaglia. Sarà sicuramente d'accordo. È una riforma che io sostengo. Serve più educazione civica nelle scuole, serve tantissimo».

E servono anche nuovi voti al M5s. Ma la mossa è duplice. Se da una parte si allarga la platea degli elettori al Senato dall'altra si vogliono imbrigliare le regioni e le loro prerogative. Oggi, 12 sono guidate dal centrodestra e sette dal centrosinistra. Si attendono le prossime elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria e il governo teme che anche lì la tonalità finisca per mutare. Per farlo è in cantiere un altro disegno di legge da presentare alla Camera che prevede di ridurre i delegati regionali (al momento tre per ciascuna regione) che partecipano all'elezione del presidente della Repubblica.

Di fatto, si cambierebbero le regole del gioco nell'altra fondamentale partita per individuare il successore di Sergio Mattarella. Sullo sfondo rimane invece la modifica della legge elettorale. La discussione è stata rimandata a dicembre. Più urgente era premiare i potenziali elettori e punire le regioni rivali.

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