In prima linea sulle questione care ai progressisti radical chic. Obamiana, attivista Lgbt, ambientalista: insomma, pasionaria quanto basta. Al punto da aver convinto molti simpatizzanti Pd a considerarla una perfetta candidata per la successione di Enrico Letta alla segreteria del partito. Elly Schlein è ritenuta una delle personalità più promettenti dalla sinistra italica, ora in cerca di una nuova guida dopo la batosta elettorale alle politiche. Trentasettenne, già vicepresidente dell'Emilia Romagna, la giovane esponente dem entrerà ora alla Camera grazie ai voti ottenuti a Bologna come capolista indipendente del Pd. All'indomani del voto, mentre l'attuale dirigenza "lettiana" raccoglieva i cocci della sconfitta, il suo nome si faceva strada nella bolla social dei dem come uno dei papabili per la futura leadership, pur collezionando qualche dissenso.
Chi è Elly Schlein
Già eurodeputata dal 2014 al 2019, Elly Schlein nel 2008 aveva preso parte come volontaria alla campagna elettorale di Barack Obama contro John McCain. Pochi anni più tardi, nel 2013, avrebbe iniziato ad affiancare Giuseppe Civati nel suo tentativo di agguantare la segreteria del Pd. Poi la già citata esperienza in Europa e lo strappo con il partito dem nel 2015, in disaccordo con la linea dell'allora governo Renzi. Per ogni esponente di sinistra che si rispetti, del resto, non possono mancare i dissensi, le scissioni, gli addii politici e le riappacificazioni. La sua carriera prosegue poi accanto a Civati e nel 2020 arriva l'elezione nell'assemblea regionale dell'Emilia Romagna con gli incarichi di vicepresidente e assessore. Nella più recente campagna elettorale Elly si era buttata nell'agone sfidando apertamente Giorgia Meloni: "Di un leader donna non femminista non ce ne facciamo nulla".
L'ostilità alla Meloni
E ancora, in una successiva invettiva, aveva preso in prestito un celebre discorso della leader di Fratelli d'Italia. "Sì, sono una donna, amo un'altra donna e non sono una madre. Ma non per questo sono meno donna", aveva detto. Toni e parole in grado di infiammare i facili entusiasmi di alcuni attivisti dem, a maggior ragione dopo una tornata elettorale che ha segnato un tracollo della sinistra. E così, soprattutto nella bolla dei social, il nome di Elly Schlein ha iniziato a circolare con forza per il post-Letta. "Pd deve ripartire da sinistra, dai giovani, serve una nuova segretaria: Elly Schlein!", si legge in uno dei tanti commenti riservati alla neoeletta parlamentare.
In molti casi, però, tali considerazioni sembrano più che altro dettate da un ragionamento a esclusione. Gli altri nomi in lizza, quelli di Stefano Bonaccini e Giuseppe Provenzano, generano già perplessità e insoddisfazione. Il rischio - sussurra qualcuno - è che si passi dalla padella alla brace. E allora, quasi in risposta a una sorta di richiamo della foresta, ecco scattare l'entusiasmo per quella giovane decisamente orientata a sinistra e impegnata sulle tematiche oggi care soprattutto alle élite di sinistra: ambiente e diritti.
"Sarebbe il colpo di grazia"
Secondo alcuni, però, proprio queste caratteristiche potrebbero rendere Elly Schlein un'ipotetica segretaria Pd poco trasversale alle varie anime dem e troppo ideologica. Il timore è che il nome della neoparlamentare nata a Lugano possa avere uno scarso appeal in un momento in cui servono leadership connesse con i problemi reali del Paese. "L'ascesa di Elly Schlein alla guida del Pd... il colpo di grazia dopo il magnifico lavoro di Letta", ha chiosato ironicamente un commentatore sui social.
E un altro: "Il Pd deve ripartire dagli amministratori locali, che sono a contatto con i problemi dei cittadini, ogni giorno. Ce ne sono diversi in gamba. Altro che Elly Schlein, non basta urlare slogan ritenuti di sinistra". Valutazioni e ragionamenti che, anche al di fuori del micro-mondo social, iniziano a farsi spazio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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