"(Ri)pensare alle ferie è importante. Così si mantiene la salute mentale"

Il docente di Psichiatria di Roma Tor Vergata: "La sensazione di avere il controllo su qualcosa ci aiuta a superare l'emergenza"

"(Ri)pensare alle ferie è importante. Così si mantiene la salute mentale"

La stagione congiura contro di noi: il tepore della primavera ci ricorda che l'estate è dietro l'angolo. Basterebbe poter uscire di casa però. Ieri qualcuno finalmente si è lasciato sfuggire un cauto ottimismo, il virologo Galli ha aperto alla possibilità di andare in vacanza, il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa ha avallato l'idea. A noi non resta che sperare fiduciosi. «Fondamentale per la nostra salute mentale in questo periodo», spiega il professor Alberto Siracusano, direttore della Cattedra di psichiatria e della Scuola di specializzazione in psichiatria dell'Università degli studi di Roma Tor Vergata che per l'emergenza coronavirus ha istituito un servizio di supporto psicologico telefonico per i cittadini: «Se è troppo buio chiamaci».

Professore che valore hanno in questo momento le vacanze?

«Pensare di poter programmare, di avere il controllo almeno su un aspetto della nostra vita, stimolare la creatività è una grande fonte di salute mentale. Per gli italiani le vacanze sono da sempre un serbatoio emotivo importante, soprattutto quelle estive, a maggior ragione in questo momento in cui siamo costretti alla solitudine, a restare chiusi in casa».

Eppure dovremo accontentarci e di parecchio. Non inciderà sulle nostre aspettative?

«Ci viene richiesto uno sforzo in più. Non dobbiamo limitarci a pensare alle vacanze, ma ripensarle completamente. Cancelliamoci dalla testa l'idea di una vacanza in barca alle isole Eolie o ballare su una spiaggia affollata all'ora dell'aperitivo su una spiaggia della Romagna. Le vacanze sono da ripensare. Questo è chiaro. Dobbiamo abbinare un'idea alla capacità di riprogettare e questo aumenterà la nostra capacità di resilienza».

Meglio di niente allora?

«L'aspetto fondamentale in questo momento è avere un progetto. Concentrarsi su quello, perdersi in quell'idea, in quell'attesa, così da poter sopportare meglio il qui e ora. Occorre attivare la mente per rinnovare vecchie soluzioni. E gli italiani sono bravi in questo, sanno sempre tirar fuori il meglio da situazioni difficili. La capacità di adattarsi è grande».

Che vacanzieri saremo?

«Saremo meno turisti e riscopriremo il valore della villeggiatura, le seconde case ad esempio per chi le ha, in campagna, al mare, saranno una grande fonte di benessere, un rifugio in cui riposarsi in un modo nuovo. Daremo un nuovo valore al tempo, lo stare all'aria aperta, sfruttare lo spazio aperto. Sarà un'esperienza nuova perchè da troppo tempo abbiamo smesso di dargli valore».

Sarà una vacanza in stile ottocentesco?

«Ecco, ci avvicineremo di più a un modello passato, la riscoperta del territorio, le passeggiate solitarie».

Meglio il plexiglas?

«A dire la verità è una prospettiva abbastanza scoraggiante. Ma certamente se dovrà essere, dovremo accontentarci.

Per il momento però pensiamo a come poter vivere al meglio la nostra pausa estiva: riprogettiamo. Non solo ci farà sentire vivi ma forse ci regalerà qualche idea davvero inaspettata. Noi italiani siamo così, spesso dal peggio tiriamo fuori il meglio».

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