È una mappa quasi completamente gialla quella che rappresenta il Paese da oggi. È l'Italia delle riaperture, del rischio ragionato del premier Mario Draghi, che si presenta con un quadro epidemiologico confortante e una campagna vaccinale che ormai raggiunge quotidianamente il target delle 500mila dosi e punta ancora più in alto, sempre che vengano rispettate le previsioni di consegna da parte delle aziende farmaceutiche.
Era dallo scorso 13 dicembre che non si registravano zone rosse, prima che tornassero per le feste di Natale. I dati dell'ultima cabina di regia, del 7 maggio, nonostante un Rt in lieve risalita, hanno promosso l'ultimo territorio rimasto in area critica, la Valle d'Aosta, che ha riconquistato l'arancione dopo solo una settimana di lockdown, colore che ora condivide con Sicilia e Sardegna. Il passaggio in giallo di Basilicata, Calabria e Puglia ha uniformato il colore dello Stivale e di conseguenza le regole da seguire nelle aree con un livello di rischio moderato, quelle del decreto approvato dal governo a fine aprile per far ripartire con gradualità le attività. A cominciare da ristoranti e bar, che in zona gialla hanno ripreso a lavorare anche la sera, ma soltanto all'aperto, occupando marciapiedi e parcheggi con o senza dehors, mentre chi non ha lo spazio esterno è fermo fino al 1° giugno, data in cui è già stato fissato il via libera anche per i locali al chiuso, che fremono per rimettersi in moto.
A giorni, dopo settimane di polemiche, è attesa la revisione dell'orario del coprifuoco, che per il momento rimane fissato alle 22, ma che a metà maggio dovrebbe slittare alle 23, se non addirittura a mezzanotte. Per favorire i ristoratori, consentendo un doppio giro di clienti ai tavoli, ma anche cinema e teatri, che sono ripartiti con il freno a mano tirato anche per questioni di orario, che costringono gli spettatori ad accontentarsi dell'ultimo spettacolo alle 19,30 per poi correre a casa. Con l'Italia quasi completamente gialla riprendono gli spostamenti senza limitazioni. Finalmente senza autocertificazione. Dal 26 aprile per spostarsi nelle regioni arancioni (e in quelle rosse nel caso dovessero tornare) serve però il green pass, che attesta l'avvenuta vaccinazione, la guarigione dal Covid o la negatività di un tampone effettuato nelle 72 ore precedenti al viaggio. Una novità che anticipa la certificazione verde europea, che non arriverà prima di giugno, per dare nuovo impulso al turismo, come in effetti è già accaduto a Venezia, che si è svegliata da un lungo letargo.
Nei prossimi giorni, se i dati continueranno ad essere incoraggianti, sia sul fronte delle vaccinazioni che dei ricoveri, il governo è pronto a procedere ad altre riaperture. Il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, invita a resistere ancora qualche settimana, prevedendo l'imminente via libera ai locali al chiuso e l'allentamento del coprifuoco. «Se gli ospedali continuano a svuotarsi potrebbe essere spostato in avanti», dice il viceministro.
Già dal 17 maggio potrebbe essere rivisto, ma verranno riesaminate alche altre attività bloccate, come le piscine coperte, la cui apertura è per ora fissata al 1° giugno, insieme alle palestre, mentre quelle all'aperto riaprono il 15 maggio. All'ordine del giorno del governo anche la ripartenza dei centri commerciali nel weekend e del settore del wedding. Ma tutto avverrà con prudenza è gradualità.
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