Difficile scordarla quella faccia da ragazzino di buona famiglia di quando venne arrestato, con la fidanzatina dell'epoca, per aver massacrato la mamma e il fratellino di lei a Novi Liguri, in provincia di Alessandria. Era il febbraio del 2001 e allora Erika e Omar avevano 16 e 17 anni. A distanza di 22 anni e dopo aver scontato una condanna a 14 anni (16 anni lei, ndr), il passato sembra essere tornato facendo riemergere i ricordi di quella tragedia che vide due ragazzini agire come due killer spietati, trucidando con 97 coltellate la donna e suo figlioletto undicenne.
Una strage familiare che sconvolse l'Italia di cui oggi si torna a parlare perché Omar Favari, oggi quarantenne, è finito di nuovo nei guai. In questi anni in cui le cronache non si sono più occupate di lui, l'uomo si è rifatto una vita, si è sposato e ha avuto una figlia. A quanto pare, però, l'ambiente familiare era tutt'altro che tranquillo. Omar, infatti, è accusato di violenze e minacce nei confronti della sua ormai ex moglie. Pesanti maltrattamenti avvenuti per anni sulla donna, ai quali avrebbe assistito anche la figlia in tenera età. Episodi avvenuti prima del 2022, ai tempi delle restrizioni del Covid, nel paese del torinese dove la coppia viveva. In un clima di controllo e paura tra le mura di casa, con Omar che avrebbe ripetutamente minacciato la moglie di morte, picchiandola e sottoponendola ad abusi fisici e psicologici. Per lungo tempo la donna ha taciuto per timore, poi ha deciso di rivolgersi ai carabinieri e la vicenda è finita in Procura, ad Ivrea. I magistrati hanno chiesto una misura cautelare per impedire ad Omar di avvicinarsi alla madre di sua figlia, ma la richiesta è stata rigettata dal gip, perché nel frattempo la coppia si è separata e il pericolo non sarebbe più attuale. Ma il pubblico ministero e il procuratore capo di Ivrea, due donne, forse per paura del passato dell'indagato, forse per la gravità degli episodi di violenza denunciati, non si sono arrese e hanno fatto appello contro il rifiuto della misura. E ora il caso è sul tavolo del Tribunale del Riesame.
A detta dell'avvocato di Omar, Lorenzo Repetti, lo stesso legale che aveva seguito Omar per il delitto di Novi, si tratterebbe invece di accuse false. Tutto partirebbe dalla causa in corso tra i due ex coniugi: «Il suo passato - spiega il penalista intervistato da Repubblica - non c'entra ma continua a perseguitarlo e non deve essere strumentalizzato come invece si sta cercando di fare in una vicenda che guarda caso nasce proprio durante una causa di separazione dove la conflittualità è elevata ed è in discussione l'affidamento della figlia minore, che in un primo tempo era stata affidata al padre e poi alla madre». Di certo, stando ai verbali dell'inchiesta, i rapporti tra i due erano più che tesi. Violenze e minacce sarebbero state all'ordine del giorno. «Ti sfregio la faccia con l'acido», «ti mando su una sedia a rotelle», «ti faccio la festa», sarebbero soltanto alcune delle espressioni che Omar avrebbe rivolto alla moglie trasformando in un incubo il ménage familiare. In un'occasione Omar avrebbe preso la moglie per i capelli e avrebbe avvicinato pericolosamente la sua testa a un fornello acceso. Gli insulti sarebbero stati all'ordine del giorno: «Fai schifo», «Non esci viva da qui». E poi oggetti scagliati addosso, cellulari rotti, il divieto di chiamare i carabinieri.
«Abbiamo preso conoscenza di queste accuse con la fissazione dell'udienza davanti al Tribunale del Riesame e siamo messi per la prima volta nelle condizioni di difenderci da accuse che non conoscevamo e spiegheremo perché sono infondate», conclude l'avvocato Repetti.
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