L'auspicata tregua per la Pasqua ortodossa, invocata dal segretario generale delle Nazioni Unite e dall'arcivescovo di Kiev, e fortemente appoggiata dal Papa, non ci sarà. Ma la Pasqua ortodossa, che si celebra oggi, resta la festa più sentita dalla chiesa e dal popolo. Quest'anno ha il sapore di una vera Resurrezione, vissuta nonostante ciò sotto le bombe e il coprifuoco. Eppure la fede e la speranza di una rinascita non hanno scoraggiato decine e decine di profughi ucraini che hanno deciso di rientrare nel loro Paese pur di celebrare il tradizionale rito. Molti profughi hanno preso la rischiosa decisione di tornare a casa per trascorrere la Pasqua con la loro famiglia: centinaia di auto si sono messe in coda ai valichi di confine, provenienti dalla Polonia, per fare rientro in Ucraina, sotto i bombardamenti da 59 giorni.
Già la sera del venerdì santo, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva tradotto il momento religioso della morte di Gesù nell'attuale situazione che vive il suo popolo. «Si conclude il Venerdì Santo, uno dei giorni più tristi dell'anno per i cristiani. Il giorno in cui la morte sembra aver vinto. Ma - ha detto - speriamo in una risurrezione. Crediamo nella vittoria della vita sulla morte. E preghiamo affinché la morte perda. Quest'anno, mentre imperversa una guerra su vasta scala, la guerra della Russia contro il nostro Stato, queste parole hanno per noi un significato speciale. La Russia ha portato la morte in Ucraina. Dopo otto anni di brutale guerra nel Donbass, la Russia voleva distruggere completamente il nostro Stato. Privare letteralmente gli ucraini del diritto alla vita. Ma non importa quanto feroci siano le battaglie - ha concluso - non c'è possibilità di morte nella vita. Tutti lo sanno. Ogni cristiano lo sa».
Il conflitto in Ucraina non si ferma dunque nemmeno il giorno della Pasqua ortodossa. «L'esercito russo - ha affermato Vadym Skibitsky, rappresentante della direzione principale dell'Intelligence del Ministero della Difesa dell'Ucraina - sta completando il raggruppamento delle truppe. Tutti i gruppi tattici che sono stati finora concentrati sul territorio della Bielorussia, vicino ai nostri confini settentrionali, vengono ora trasferiti nell'est dell'Ucraina». Una Pasqua che indubbiamente quest'anno ha tutto un altro sapore. Coprifuoco e chiese chiuse, funzioni religiose solo in mattinata. Molte on line e alla tv. Nei giorni scorsi le amministrazioni delle regioni di Lumy e Luhansk hanno chiesto ai fedeli di non recarsi in chiesa per le celebrazioni, citando il rischio di «provocazioni» da parte russa. A Kharkiv, il capo della polizia nazionale ha invitato i residenti a rimanere a casa il più possibile e ad astenersi dal visitare le chiese nella Domenica di Pasqua. A Rivne sono state annunciate funzioni on line. Gli ortodossi e i cattolici di rito bizantino di Kiev assisteranno alle cerimonie religiose in diretta tv, dove sarà trasmessa la funzione dalla Cattedrale di San Michele a Kiev. I greco-cattolici, invece, potranno assistere alla messa nella cattedrale della Resurrezione di Cristo.
Nel messaggio pasquale, il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill, ha chiesto preghiere per una «pace duratura». «Prego ferventemente il Signore Gesù, il Vincitore della morte, e chiedo anche a voi di elevare a Lui le preghiere intense - ha detto - perché ogni ostacolo sia vinto così che possa trionfare una pace duratura, e le ferite della divisione siano sanate dalla grazia divina.
Oggi, quando il mondo è lacerato da conflitti e contraddizioni, mentre nei cuori di molte persone dominano l'odio, la paura e l'inimicizia - ha aggiunto il Patriarca - è particolarmente importante non dimenticare la propria vocazione cristiana e dimostrare l'autentico amore per il prossimo, che guarisce le ferite inflitte dal male e dalla menzogna. Non possiamo cedere alla tentazione del nemico del genere umano, che cerca di distruggere la benedetta unità tra i cristiani ortodossi».
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