La rivolta dei presidi: "No alle impronte digitali"

Misura per accertare le ore di lavoro. Il ministro Bongiorno: «Chiesta dai dipendenti pubblici»

La rivolta dei presidi: "No alle impronte digitali"

«Il dirigente è una persona di fiducia del datore di lavoro e non è vincolato a un orario, perché non viene giudicato sul tempo che dedica al lavoro ma sui risultati che porta». È quanto sostiene Antonio Giannelli, presidente di Anp (Associazione nazionale dirigenti pubblici). Mortificante, addirittura umiliante, secondo l'associazione, il testo del decreto-concretezza, approvato due giorni fa alla Camera, che vincola i dirigenti scolastici al rispetto dell'orario, da certificare con le impronte digitali.

Impronte digitali che stabilirebbero, meglio ancora del timbro di un cartellino alla vecchia maniera, le ore di lavoro dedicate dei dirigenti scolastici. Inaccettabile, per i presidi italiani, dover rendere conto in termini di tempo intrattenuto a scuola, e non di qualità dell'impegno profuso, il loro ruolo di dirigenti: tanto più nel delicatissimo clima di formazione e istruzione che bambini e adolescenti di questo Paese frequentano quotidianamente.

Una forma di vessazione, secondo Giannelli, che ha scritto al premier Giuseppe Conte, a Luigi Di Maio e Matteo Salvini, responsabili dei partiti che costituiscono la maggioranza, perché impediscano di emendare il testo del decreto. «Nel cosiddetto decreto concretezza, licenziato dalla Camera ed ora in Senato per l'approvazione definitiva, è prevista l'adozione di controlli biometrici di presenza sul posto di lavoro scrive Giannelli per tutto il personale pubblico, inclusi i dirigenti, ma con l'importante esclusione del personale docente. Con la presente intendo sottoporre alla Vostra attenzione due aspetti del decreto in questione che appaiono indice di grave sfiducia, se non di aperta ostilità, nei confronti della dirigenza pubblica. L'obbligo di sottostare a controlli inutili è una misura unicamente vessatoria». Parola chiave «sfiducia» , quindi, nei contenuti della missiva «i dirigenti sono preposti per legge alla supervisione ed al controllo dell'orario di lavoro dei dipendenti che non hanno qualifica dirigenziale». «Come sarebbe possibile adempiervi serenamente, se le amministrazioni pubbliche datrici di lavoro esigessero dai dirigenti lo stesso obbligo che essi devono, a loro volta, esigere dal restante personale?», dice Giannelli. Il personale docente è di fatto controllato dagli occhi degli studenti: le sue defezioni sarebbero, di norma, più esposte. Ma, dato che le norme antinfortunistiche fanno dei presidi garanti dell'incolumità di tutte le persone presenti negli ambienti scolastici, a loro correrebbe l'obbligo di controllare l'accesso alle scuole da parte di chiunque. Un paradosso, secondo Giannelli, pari a «quello del controllore che deve essere a sua volta sottoposto allo stesso controllo».

Per il ministro della Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, invece, i controlli biometrici sono utili e danno trasparenza: «Non sono una misura punitiva, sono stati gli stessi dipendenti pubblici, quelli che svolgono il proprio lavoro con scrupolo e attenzione, a chiedermene l'introduzione».

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