Smaltire i rifiuti umidi nel luogo stesso in cui vengono prodotti, abbattendo i costi di trasporto con benefici importanti per l'ambiente: è il principio ispiratore del progetto SmartComp, presentato da Acea ad Ecomondo 2019, la fiera dell'economia circolare svoltasi a Rimini all'inizio di novembre, e finalizzato al lancio del «Compostaggio diffuso», servizio innovativo rivolto alle grandi utenze (centri commerciali, mense, aeroporti e stazioni) che hanno necessità di gestire grandi quantità di rifiuti organici. Grazie all'utilizzo di SmartComp, mini-impianti di compostaggio dotati di una rivoluzionaria tecnologia sensoristica, forniti da ACEA, sarà possibile trasformare direttamente in loco i rifiuti umidi in compost tramite un processo aerobico che in circa 90 giorni produce fertilizzante di qualità pronto per l'utilizzo. «Il progetto, realizzato in collaborazione con ENEA e Università della Tuscia, garantisce al contempo una minore produzione di rifiuti e un consistente risparmio sui costi di gestione per tutto il sistema di waste management nazionale, per la filiera di recupero della singola utenza, nonché un positivo impatto sull'ambiente, grazie alla riduzione delle emissioni di gas serra dovuta all'eliminazione del relativo trasporto rifiuti su gomma e della raccolta puntuale sul territorio» dice Alessandro Filippi, responsabile Area Industriale Ingegneria e Servizi di Acea (nella foto).
ACEA già da agosto 2019 ha avviato una prima sperimentazione interna che prevede anche il monitoraggio in tempo reale dello stato del processo di trasformazione grazie alla sensoristica avanzata e personalizzata sui bisogni del cliente, che porterà, a dicembre, ad una prima applicazione sugli scarti della mensa aziendale. A marzo 2020 si potrà poi riutilizzare il compost prodotto negli spazi verdi facenti parte degli impianti dell'Azienda. Il know-how cosi acquisito da ACEA sarà messo al servizio del cliente dalla progettazione al supporto gestionale. Con l'obiettivo di installare 250 SmartComp entro il 2022 si potrà realizzare in maniera diffusa un sistema dalla capacità di 25.
000 tonnellate l'anno - pari a quella di un impianto localizzato che gestisce rifiuti organici prodotti da una città di 250.000 abitanti - e produrre minori costi di filiera, a livello nazionale, di circa il 30%. Il progetto attua in maniera completa i principi di circular economy, in linea con quanto previsto dalla Commissione Europea.
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