Rocca e le condizioni per il patrocinio: "Chiedano scusa e no utero in affitto"

Il governatore spiega il suo stop: "Non appoggio pratiche illegali". Anche la Lombardia boccia la sponsorizzazione al sit-in del 24

Rocca e le condizioni per il patrocinio: "Chiedano scusa e no utero in affitto"
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Game over. Il governatore del Lazio chiude la porta a ogni ripensamento e ribadisce che la Regione Lazio ritirerà il patrocinio al Gay Pride. «Ma quale omofobia e ordini dall'alto! La revoca dipende solo dal fatto che hanno voluto strumentalizzare la nostra adesione facendola passare per un sostegno alla pratica dell'utero in affitto, che oltre a essere illegale è basata sullo sfruttamento delle donne povere» spiega Francesco Rocca a La Stampa.

La genesi del patrocinio è molto semplice. «Ho ricevuto una lettera con richiesta di patrocinio molto cortese da parte degli organizzatori» racconta. «Ho deciso sul principio di accordarlo perché trovo che il Gay Pride sia una giornata di tutti, non una manifestazione politica. Ma nella lettera di risposta c'era scritto chiaramente di evitare di associare il logo della Regione ad aspetti che potessero ledere la sensibilità morale di altri cittadini. Mi riferisco alla pratica dell'utero in affitto. Ogni altra motivazione che mi viene attribuita è strumentale e fa parte della ideologizzazione di questi temi che non mi appartiene». Rocca ha provato a rilanciare chiedendo le scuse degli organizzatori e la cancellazione dell'utero in affitto dal manifesto come condizione per riassegnare il patrocinio. Richiesta negata e rispedita al mittente.

«Il Pride dovrebbe essere una festa per tutti, l'occasione per un dialogo sui diritti civili, e non avere una connotazione ideologica. Non potevo dare il patrocinio a chi rivendica una condotta che è considerata reato nel nostro Paese». Il governatore non nasconde la delusione per aver visto stravolgere un atto finalizzato ad aiutare la causa dei diritti, della parità di genere, contro ogni discriminazione. «Un patrocinio rappresenta una firma istituzionale», spiegano, «invece ne è stato totalmente stravolto lo spirito ed è stato utilizzato per propagandare una causa, l'utero in affitto, divisiva anche all'interno della sinistra e della comunità Lgbt+».

La questione viene naturalmente cavalcata dal centrosinistra. Il competitor di Rocca alle ultime elezioni, Alessio D'Amato definisce Rocca «straordinario king maker, grazie a lui quest'anno il Roma Pride sarà il più partecipato di sempre». E anche in Lombardia l'opposizione prova ad accendere la miccia. Una mozione presentata da Luca Paladini di Patto Civico e supportata dalle opposizioni chiede a Regione Lombardia di presenziare con un rappresentante dotato di fascia istituzionale al Pride di Milano del 24 giugno 2023. Il consiglio regionale respinge, con 43 voti contrari e 23 favorevoli, la mozione. L'anno scorso era toccato all'ex consigliere pentastellato Simone Violi rappresentare la Regione nel Pride del 2022 con una mozione, firmata M5S, approvata dall'aula con voto segreto. Una presenza analoga non ci sarà quest'anno.

La maggioranza di centrodestra, infatti, in Lombardia ha chiuso la porta motivando la decisione con il sostegno del Pride alla pratica dell'utero in affitto e ritenendo offensivi ed eccessivi alcuni cartelli apparsi nelle scorse edizioni del Pride.

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