Roma. Ha le ore contate la riserva sulla Giunta regionale del Lazio targata Francesco Rocca. Al momento l'ufficialità è stata espressa per una sola casella: il neogovernatore terrà la delega alla Sanità. Ma ci sarebbe anche un'altra novità in arrivo in ambito sanitario e riguarda la gestione amministrativa: a sentire radio Regione, Rocca avrebbe pensato a uno spacchettamento della direzione tra gestione e allocazione delle risorse e l'altra riferita alle progettualità e politiche sanitarie. Per la prima si farebbe il nome di Andrea Urbani, direttore generale della programmazione sanitaria a ministero della Salute per cinque anni, per la seconda quello di Giuseppe Quintavalle, direttore generale del Policlinico Tor Vergata. Starebbe a loro due, assieme a Rocca, risollevare le sorti immeritevoli dell'offerta sanitaria pubblica tra tempi d'accesso ai dipartimenti di pronto soccorso, riduzione delle liste d'attesa, azzeramento delle agende chiuse, la riapertura di alcuni reparti di specialistica e diagnostica territoriale se non addirittura la ristrutturazione di nosocomi storici quali il Forlanini e il San Giacomo. Gli altri nomi che circolano per le nomine appartengono a Fratelli d'Italia: al meloniano Giancarlo Righini andrebbe l'assessorato al Bilancio e agricoltura; al rampelliano Fabrizio Ghera probabilmente quello ai Lavori pubblici. C'è ancora incertezza per la presidenza del Consiglio alla Pisana, posizione per la quale circola il nome del leghista Giuseppe Cangemi, ma potrebbe essere anche questa in capo alla componente maggioritaria di FdI considerando la percentuale di voti esigua del partito di Salvini. Così come per di Noi Moderati e Sgarbi. Ma il tempo stringe: lunedì 13 si terrà il primo appuntamento del consiglio regionale e in questa sede dovranno essere nominate presidenze e vicepresidenze delle diverse commissioni. A ruota seguiranno i lavori per la legge di bilancio. Tempo a disposizione senza deroghe, non oltre il 31 marzo prossimo.
A oggi infatti il Lazio può contare solo su quella «porzione di dodicesimi» per pagare stipendi e gestire le spese ordinarie. In cassa ci sarebbero solo pochi spiccioli, considerando che la giunta Zingaretti oltre ai debiti non si è preoccupata di lasciare neppure la bozze per la finanziaria 2023.
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