Enrico Michetti supera Roberto Gualtieri nel primo round per il Campidoglio. Tutto rinviato al secondo turno che si terrà tra due settimane: si deciderà al ballottaggio chi sarà il successore di Virginia Raggi. L'altra sorpresa del voto capitolino è la performance di Carlo Calenda che si piazza quarto ma ottiene una percentuale che sfiora il 19%.
Flop per il sindaco uscente Raggi, che nonostante la spinta finale di Grillo e Conte, arriva terza e resta fuori dal ballottaggio. Il voto capitolino in numeri fotografa questa situazione: il candidato sindaco del centrodestra è al 31,4%, seguito dal candidato da Gualtieri al 25,9%. La sindaca uscente Raggi è al 20,1% e Carlo Calenda al 18,4%. Altri candidati sono al 4,2%.
Elettorato balcanizzato, dunque, con Michetti che supera di poco il 30. Per le liste vola Fratelli d'Italia, primo partito con 18%. Il Pd si attesta al 14,8% e il Movimento 5 Stelle è all'11,1%. La coalizione di centrodestra è al 32,9%. La Lega si ferma al 6,5%, Forza Italia-Udc al 3,7%, la Lista Michetti è al 2,8%, Rinascimento e Cambiamo all'1,7% e il Partito liberale europeo allo 0,2%. La coalizione di centrosinistra è al 27% mentre il candidato Gualtieri si ferma al 26%. Il Pd è al 14,8%, la Lista Gualtieri al 5,8%, Sinistra civica ecologista al 2,2%, Europa Verde all'1,20%, il Psi allo 0,3%, e le altre liste 2,70%. La coalizione Raggi arriva al 18,5%. Il Movimento 5 Stelle è all'11,1%, la Lista Raggi al 4,7%, Roma ecologista all'1%, Sportivi per Roma allo 0,7%, Con le donne per Roma allo 0,6% e Roma decide allo 0,4%. Il ballottaggio tra due settimane assegnerà la fascia tricolore per il Campidoglio. Decisivi potrebbero essere gli apparentamenti. Il M5s dovrebbe virare su Gualtieri. Mentre Calenda per ora frena. E subito dal fronte di centrodestra arriva l'assist. «Il dato che mi sembra più rilevante - commenta Vittorio Sgarbi - è il buon risultato di Calenda, anche se non è arrivato al ballottaggio. Non tocca a me decidere su un apparentamento con Calenda. Ma credo sarebbe una buona cosa rispetto alla qualità dell'elettorato di Calenda e alla capacità dell'uomo che Michetti facesse una riflessione. Non tanto una richiesta di apparentamento ma una valutazione per non vanificare questi elettori che hanno votato per Calenda. Quello è un voto che ha anche fare con noi». Il partito di Giorgia Meloni è già con la testa al secondo turno: «Il candidato non conosciuto e improvvisato, come è stato descritto, di Enrico Michetti è arrivato primo a Roma, anche con uno scarto importante, mentre il risultato di Gualtieri credo sia deludente e sotto le aspettative oggettivamente. Così come a Virginia Raggi credo che vada riconosciuto un risultato di tutto rispetto, nonostante la débâcle del M5s. E credo sia ragguardevole il risultato di Calenda pure molto osteggiato dalla sinistra». E ancora il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida: «Michetti si conferma un ottimo candidato e nelle prossime settimane si dimostrerà all'altezza di guidare la Capitale». Il pericolo è l'astensionismo al secondo turno: «È la parte che mi da più preoccupazione - commenta a caldo Michetti -. Le persone devono essere coccolate di più, continueremo a girare le piazze cercando di intercettare più consenso possibile». Gualtieri lancia l'appello: «La nostra campagna non sarà semplicemente chiedere il voto ai romani, ma chiamare a raccolta tutte le forze della città per aprire una stagione di rinascita e riscatto per Roma».
Mentre Matteo Salvini guarda avanti: «L'anno prossimo votano 25 capoluoghi di provincia, città importanti per il centrodestra che ha il dovere di individuare i candidati il prima possibile, entro il mese di novembre dobbiamo scegliere i candidati, civici o politici per avere almeno sei mesi di tempo per spiegare nostra alternativa».
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