La cupola si vantava di influenzare Repubblica

Pressioni al quotidiano in una telefonata tra Odevaine e Buzzi: "Fai chiamare Bettini". Ma l'europarlamentare nega: "Sfido chiunque a trovare un mio intervento"

Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati nella cupola affaristica romana
Salvatore Buzzi, braccio destro di Massimo Carminati nella cupola affaristica romana

Roma - La ricerca da parte di Salvatore Buzzi di copertura mediatica per il Cara di Castelnuovo di Porto, su cui pendeva un ricorso al Tar, è al centro di conversazioni in cui il capo della Coop 29 giugno e l'ex vicecapo di gabinetto di Walter Veltroni Luca Odevaine parlano di giornalisti a cui caldeggiare la «storia». Buzzi propone di spettacolarizzare la protesta, spiega che «poi il 13 con Pelosi in testa con una tanica di benzina minaccia di darsi foco, con manifestazioni davanti al Tar...». Odevaine propone di affidarsi alla stampa. «Sai che devi fa'!... devi andare da Goffredo e dire che si chiamasse... Peppino». « Il Fatto Quotidiano !», esclama il collaboratore di Odevaine, Mario Schina. «No, no, no, Peppino, come cazzo se chiama il caporedattore di Repubblica , e quello ubbidisce a Goffredo se glielo chiederà... se glielo chiede Goffredo quello lo fa sicuro (...) ti ci mette una tipo la Giuliano, una di queste qua, ste cagnacce... un'altra bella stronza è quella che scrive sul Corriere della Sera ... come cazzo si chiama, io l'ho denunciata pure un paio di volte... quella alta che quando ci si mette... posso farci parlare qualcuno». «Sul Temp o? - propone Buzzi - Il Tempo ultimamente è un giornale d'attacco». Odevaine interviene: «Conosco il direttore, se è ancora lui». «Chiocci?», chiede Buzzi. «No, allora non è più lui». Buzzi cerca di ricostruire il nome del direttore conosciuto da Odevaine, fa il nome di Mario Sechi «quello candidato con Monti», Odevaine torna su Repubblica : «Cerasa. Peppino Cerasa è il capo redattore della Repubblica , digli a Goffredo se lo chiamasse». La cupola insomma cerca sponde nel giornalismo. Tra i contatti emersi, anche Report , La Notizia di Pedullà e il Messaggero .

La «cricca» parla di tutto e di più: nelle carte finisce una conversazione del 31 gennaio, avvenuta nel palazzo di via Poliziano della Fondazione «Integra/Azione» di Luca Odevaine, ex vicecapo di gabinetto di Veltroni, il suo collaboratore Mario Schina e Sandro Coltellacci della «29 giugno». Quest'ultimo riferisce di una lite tra un residente di quello stesso stabile e l'ex sindaco Alemanno. Odevaine quasi si meraviglia e biasima il personaggio: «Abita dentro a 'sto palazzo, che fijo de 'na mignotta... ha litigato con Alemanno». E insiste: «Per soldi se sò scannati... ma sai che Alemanno si è portato via... ha fatto quattro viaggi lui e il figlio con le valigie piene de soldi in Argentina, se sò portati... con le valigie piene de contanti... ma te sembra normale che un sindaco...». Odevaine dice di averlo saputo dalla Polaria e aggiunge, sui mancati controlli: «No, è passato al varco riservato». I due parlano di Alemanno, Panzironi ed «equilibri». «Poi a un certo punto deve essere successo qualche casino... perché a un certo punto ad Alemanno gli hanno fatto uno strano furto a casa», dice Odevaine. «Cercavano qualche pezzo de carta», s'inserisce Coltellacci. «Eh sì secondo me... credo che hanno litigato perché Alemanno ha pensato che ce li ha mandati questo...». I carabinieri cercano riscontri nel palazzo di via Poliziano (sarebbe stato più facile verificare i quattro viaggi), ma non ne trovano e chiudono la nota in quanto «non sono emersi indizi utili». «Una palla colossale, fantasia totale, da denuncia per diffamazione - dice al Giornale Gianni Alemanno -. Una follia del genere si commenta da sé, mio figlio ha 19 anni e sarebbe andato con me e la valigetta... Assurdo. E poi io in Argentina, con la famiglia e amici ci sono andato solo una volta, tra Natale e Capodanno 2011-2012, cinque giorni. Sì, il furto l'ho subito, ma molto tempo dopo, a ottobre 2013: portarono via gioielli, non carte. Siamo ormai al gossip a ruota libera, millanterie». 

4444446563721px; line-height: 1.538em;">Intanto emergono gli interessi londinesi di Massimo Carminati. Che a Notting Hill aveva preso casa per il figlio, «molto bella». E che avrebbe avuto intenzione di avviare anche «attività».

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