Romania, presidenziali da rifare. "Ingerenze russe sulle elezioni"

Invalidata la vittoria del pro-Putin Georgescu: "Esito non naturale". Lui: "È un colpo di Stato". Domani era previsto il ballottaggio

Romania, presidenziali da rifare. "Ingerenze russe sulle elezioni"
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Occorre «riprendere da zero» l'intero processo elettorale per garantirne la piena correttezza e legalità. Con questa motivazione la Corte Costituzionale della Romania in una seduta straordinaria ha annullato il primo turno delle elezioni presidenziali vinte dal candidato indipendente (ma con posizioni di estrema destra) Calin Georgescum che parla di «colpo di stato» e di «attacco alla democrazia». A questo punto verrà fissata una nuova data per le elezioni senza alcuna possibilità di appello. La decisione nasce dopo una serie di denunce su alcune ingerenze russe nella campagna di Georgescu, corroborate da documenti declassificati del Consiglio Supremo della Difesa del Paese.

Plaude alla decisione della Corte (definita «legittima») il presidente Klaus Iohannis: «Dopo le elezioni osserva - ho iniziato a ricevere messaggi dai servizi segreti su cose strane. Ho ricevuto i resoconti, ed ero molto preoccupato per quello che ho letto, così ho convocato il Consiglio di sicurezza nazionale rumeno. Le conclusioni sono state gravi». Secondo il primo ministro romeno Marcel Ciolacu le elezioni presidenziali devono essere ripetute, «allo stesso tempo, le indagini delle autorità devono scoprire i responsabili del massiccio tentativo di influenzare l'esito delle elezioni presidenziali». Ha aggiunto che la decisione della Corte «è l'unica soluzione corretta». Si è detto certo che i romeni hanno bisogno di risposte chiare da parte delle autorità, basate su prove concrete, «perché la fiducia del pubblico nelle istituzioni statali e nei processi democratici che sono alla base del funzionamento del Paese dipende fondamentalmente da questa indagine. Ora è importante convalidare i mandati del nuovo Parlamento e raggiungere una maggioranza parlamentare filoeuropea, che sosterrebbe la rapida nomina di un nuovo governo, la cui priorità è la continuazione del percorso di sviluppo europeo della Romania». Il vicepresidente del gruppo Ppe e europarlamentare romeno Siegfred Muresan invita tutti essere consapevoli che la Russia «sta cercando di interferire con le nostre elezioni, la loro interferenza si è accelerata negli ultimi mesi e le elezioni rumene sono state un test per la resistenza dell'intera Ue . La risoluzione fermerà la Federazione Russa e impedirà nuove aggressioni».

Di colpo di stato, invece, parla il leader del principale partito di estrema destra George Simion, ma assicura che il suo gruppo non scenderà in piazza, perché «il sistema deva cadere in modo democratico». Il suo partito, l'Alleanza per l'unione dei romeni, è arrivato secondo dietro i socialdemocratici con il 18 per cento dei voti. Raddoppia la dose Elena Lasconi, ex giornalista tv ed esponente liberale ammessa al secondo turno delle elezioni presidenziali insieme a Calin Georgescu, secondo cui «è questo il momento in cui lo stato ha calpestato la democrazia. Dio, i romeni, la verità e lo stato di diritto prevarranno e puniranno i responsabili della distruzione della nostra democrazia».

Dall'Italia commenta la decisione della Corte l'eurodeputato della Lega Roberto Vannacci, che si dice «sconcertato per quanto avvenuto in Romania ma convinto che la sovranità del popolo romeno prevarrà su qualsiasi tentativo di sovvertimento delle regole democratiche. Gli elettori hanno sempre ragione, anche quando i risultati del voto non piacciono».

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