Luci rosse all'Eliseo: ancora una volta, la «Macronie» è investita da una bufera osé. Stavolta è toccato al compassato Bruno Le Maire far parlare di sé; non per l'azione politica, ma per la sua penna licenziosa. Giovedì è uscito infatti in Francia il romanzo «Fuga americana», ultima «fatica» del 54enne titolare dell'Economia d'Oltralpe, già autore di un altro romanzo e appassionato di letteratura in stile Houellebecq. La rete si è accorta subito di passaggi erotici particolarmente espliciti, contenuti nelle 471 pagine edite da Gallimard, facendoli diventare virali, come un rapporto anale descritto con dovizia di particolari.
Tanto è bastato per rimettere in discussione il suo status di ministro che tutti immaginavano impegnato a risanare una Francia appena declassata da Fitch per l'instabilità data dalle proteste anti-riforma delle pensioni (e con 800mila manifestanti attesi anche oggi in tutto l'Esagono). Su Twitter si è ripercorso il cv di un politico che sarebbe pure in odore di candidatura all'Eliseo nel 2027, e che invece alcuni deputati della gauche giudicano disconnesso dal Paese reale «contro la riforma, mentre lui scrive romanzi».
Ma già nel 2004, Le Maire fece scalpore per un altro titolo. Ne «Il ministro» ricordava il tepore di un bagno a Venezia «col sapone al tè verde e la mano di Pauline (sua moglie, ndr) che mi accarezzava dolcemente il sesso». All'epoca era capo di gabinetto del ministro de Villepin. Altri tempi. Oggi, con la rabbia dei francesi al suo apice, l'inflazione galoppante e le regole Ue da preparare, che trovi tempo per storie hot stride col ruolo (e col momento). Per non parlare della prosa, ben lontana da quella di Houellebecq; eppure altrettanto sconcia.
In «Fuga americana», Le Maire racconta infatti l'intimità di Oskar e Julia, ambientata a Cuba. E se la descrizione rientra in una più ampia cornice narrativa - la storia di due fratelli, Franz e Oskar Wertheimer, che volano all'Avana per il concerto del pianista Vladimir Horowitz - la rete insorge: «Inopportuno, si dimetta». Secca la replica del ministro: «La letteratura mi permette di evadere dalla quotidianità». Legittimo. Anzi, normale in una «Macronie» che non riesce a scacciare l'aspetto pruriginoso che la circonda sin dalle prime illazioni su Macron. Per non parlare degli screenshot tra l'ex candidato a sindaco di Parigi Benjamin Griveaux e una ragazza (non sua moglie) con tanto di video di autoerotismo. Fu costretto al ritiro perché difendeva i valori della famiglia, dando lezioni di morale. Poi della viceministra Marlène Schiappa, in posa su Playboy, in déshabillé, lo scorso 6 aprile, fruttando alla testata 100 mila copie vendute, esaurite in tre ore. E una ristampa di 60mila esemplari fra le polemiche dei colleghi ministri; bacchettoni a corrente alternata e inguaribili ipocriti. Anche Schiappa è infatti la stessa che nel primo mandato diventò ministra per le Pari opportunità vantando romanzi erotici sotto pseudonimo e guide hard come «Provate i trombamici» (2012) o «Sesso, bugie e periferie calde» (2014). E pure il politico oggi più amato di Francia, l'ex premier Edouard Philippe, scrisse un romanzo rosa («Nell'ombra», 2011). Il sesso si è insinuato nella «Macronie». Perfino Donald Trump si è vantato di conoscere dettagli compromettenti sulla vita privata del presidente francese, provenienti dagli 007. E tutt'oggi prosegue la caccia alle 300 pagine scritte dal Macron 16enne, dopo aver conosciuto Brigitte.
Un romanzo erotico, svelato in «Brigitte Macron, l'affranchie», la biografia dedicata alla moglie: un manoscritto sconcio, per ammissione della dattilografa dell'epoca, composto al liceo; distrutto o imboscato chissà dove.
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