I l senso dell'origine della guerra ormai sfugge. Secondo un saggio di Foreign Affair, i cittadini ucraini di lingua russa, che avrebbero dovuto accogliere i soldati di Mosca a braccia aperte, combattono invece contro gli invasori benché parlino la stessa lingua. Come mai? La risposta starebbe nel tipo di democrazia che gli ucraini adottarono nel 2014 quando si liberarono di Viktor Yanukovic, un uomo di paglia che rispondeva a Putin, come Lukashenko in Bielorussia. La rivista sostiene che il collante che tiene unite le etnie sia una particolare forma di democrazia decentrata e con un legame molto stretto fra i sindaci dei villaggi e le popolazioni a prescindere dalla lingua e in totale autonomia dal governo di Kiev. In questo modo sarebbe nato un legame che prescinde dalle diversità di russofoni e ucraini che, insieme, hanno scelto di chiedere l'ammissione (bloccata nel 2014 da Yanukovic) nell'Unione Europea. Nel 2014 centinaia di adolescenti morirono insanguinando le bandiere dell'Unione Europea, come si vede nei documentari su Internet. Questa scelta ha avuto gli effetti militari che vediamo: il Donbass, dato per conquistato senza sparare un colpo è invece un campo di battaglia insanguinato.
L'inaspettata mancanza di gratitudine dei russofoni verso l'esercito di Mosca ha rinviato il successo dell'operazione militare e convinto l'Europa a mantenere la linea sempre più dura. Dall'altra parte non ci sono segni di ripensamento. I toni si riscaldano come le bocche dei cannoni.
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