Dalla rottamazione alla "derenzizzazione"

De Magistris punge il premier e proclama Napoli "città derenzizzata". Scontro aperto tra sindaci "rossi" e palazzo Chigi

Dalla rottamazione alla "derenzizzazione"

Un'altra grana per Renzi. I sindaci di due giunte di centrosinistra in due delle più importanti città d'Italia, Napoli e Milano sono in rottura col premier. In testa alla fronda ribelle c'è Giuliano Pisapia che ha deciso di non ricandidarsi per il voto del 2016. "No - ha detto -, non credo proprio di ricandidarmi". "Io credo che il futuro di Milano proseguirà dentro un progetto che ha le basi solide nella nostra Costituzione, nella solidarietà, nella capacità di guardare avanti e di impegnarsi ognuno all'interno della propria comunità per un futuro migliore per tutti", ha aggiunto il primo cittadino del capoluogo lombardo. Ma a pungere Renzi è arrivato anche Luigi De Magistris che su Facebook rompe gli indugi e punta il dito contro il premier proclamando Napoli "città derenzizzata". "Napoli si proclama città "derenzizzata" - ha scritto l'ex magistrato - perché siamo per la democrazia, per la diffusione del potere, per la distribuzione del denaro, per la lotta alle disuguaglianze, per la giustizia, per il popolo".

De Magistris ha sottolineato di avere "rispetto" per il presidente del Consiglio Renzi, per il Governo e le istituzioni, ma poi ha sottolineato che "assistiamo a una consolidata e preoccupante involuzione antidemocratica, un'accelerazione fortemente autoritaria dell'assetto istituzionale tutta di stampo liberista". De Magistris ha ricordato che Renzi è un premier "non eletto, ma nominato dalla casta", ha criticato "l'uso bulimico e abnorme, in violazione della Costituzione, dei decreti legge e del ricorso alla fiducia" compiendo "un ribaltamento eversivo della Costituzione con l'utilizzo della legislazione ordinaria, a colpi di maggioranza". Poi prosegue nell'attacco: "Con lo Sblocca Italia si da il via libera al massacro del Paese attraverso - ha spiegato - faraoniche opere pubbliche, trivellazioni, inceneritori, commissariamenti di interi pezzi di territorio. La bellezza del nostro Paese - ha proseguito il sindaco - è svenduta al mercato di lobby, cricche e mafie".

Insomma a Milano c'è Pisapia a inguaiare il Pd, a Roma c'è un Marino che non vuole mettersi da parte e ora a Napoli c'è De Magistris che si proclama anti-renziano. Il prmier ha il governo, ma le città, e soprattutto i sindaci gli hanno già voltato le spalle.

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