Rubio si presenta e avverte Mosca e Kiev: "La guerra finirà, concessioni reciproche"

Rassicurante udienza di conferma: "Resteremo nella Nato". Nessun esame per Musk, finito nel mirino della Sec per X

Rubio si presenta e avverte Mosca e Kiev: "La guerra finirà, concessioni reciproche"
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Nelle aule delle commissioni del Senato di Washington, non lontano dalla President's room nella quale lunedì, dopo il giuramento, Donald Trump firmerà come da tradizione i suoi primi atti ufficiali, sta andando in scena il processo di conferma delle donne e degli uomini che serviranno nella nuova amministrazione. Martedì è toccato a Pete Hegseth, l'ex veterano di guerra ed ex presentatore di Fox News, scelto per guidare il Pentagono. Su di lui nutrivano dubbi anche diversi senatori repubblicani per la sua inesperienza e le passate accuse di abusi sessuali, ubriachezza e malagestione di un'associazione di reduci da lui diretta. Malgrado ciò il muro repubblicano gli consentirà di passare l'esame dell'aula.

Più liscia l'audizione di mercoledì di Marco Rubio, prossimo segretario di Stato, la cui conferma dovrebbe avvenire su basi bipartisan. Il senatore della Florida, egli stesso membro della commissione Esteri che lo ha esaminato, ha subito chiarito che la politica estera Usa nei prossimi quattro anni sarà incentrata sul credo del Trumpismo, «America First». Gli interessi nazionali dell'America «dovranno essere al di sopra di tutto», ma «questo non è isolazionismo», ha assicurato. Sull'Ucraina, Rubio ha ribadito che «questo conflitto deve finire» e che «dovranno esserci delle concessioni» sia da parte di Kiev che di Mosca. Sarà compito di una «diplomazia coraggiosa». Per l'America di Trump sarà ancora una volta la Cina l'avversario principale. «È il più potente e pericoloso avversario che questa nazione abbia mai affrontato», ha detto Rubio, convinto che gli Stati Uniti saranno chiamati a confrontarsi con Pechino sulla questione di Taiwan entro la fine del decennio, a meno che la leadership cinese «non capirà che i costi dell'intervento nell'isola saranno troppo alti». Quanto alla Nato, Rubio ha messo a tacere i timori legati alle minacce di Trump di un'uscita unilaterale degli Usa dall'Alleanza, se i Paesi membri non decideranno di innalzare in maniera sostanziale le spese militari citando la legge, di cui è stato correlatore, che impedisce ai presidenti di uscire dalla Nato senza un voto qualificato del Congresso.

Nessun dubbio anche sulla conferma di Pam Bondi, nonostante il suo ruolo di ex avvocato di Trump. Pienamente qualificata - è stata per otto anni procuratrice generale della Florida - di Bondi è stata messa in dubbio soprattutto la lealtà alla Costituzione e alla legge, rispetto ai presunti desiderata del nuovo presidente e dei Maga più accaniti. «Stop alla politicizzazione della giustizia», ha detto, assicurando che sotto la sua guida al dipartimento «non ci sarà mai una lista nera di nemici» politici. È stato un riferimento diretto ai proclami di Kash Patel, scelto da Trump per guidare l'Fbi, la cui conferma è a rischio.

È invece un bene che la nomina di Elon Musk alla guida (insieme a Vivek Ramaswamy) del neonato «Doge», il dipartimento per l'efficienza del governo, non debba essere sottoposta a conferma del Senato.

Il patron di Tesla e Space X è stato appena citato in giudizio dalla Sec, l'ente di vigilanza delle Borse, per l'acquisto da 44 miliardi di dollari di Twitter, ora X. Musk avrebbe ritardato la notifica della maxi-operazione per 11 giorni. Un colpo di coda del presidente uscente della Sec, Gary Gensler.

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