Ruffini sogna la maggioranza Ursula

L'ex direttore dell'Entrate: "Progetto per essere alternativi alla destra". Prodi sferza il Pd: "In quindici anni ha perso la metà degli elettori"

Ruffini sogna la maggioranza Ursula
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Anche se tutti assicurano che l'obiettivo non è quello di creare una nuova corrente né fare le scarpe alla segretaria Elly Schlein, si iniziano a muovere i cattolici di sinistra e chiedono spazio, dentro o fuori dal Pd. L'evento di Comunità democratica organizzato dal senatore dem Graziano Delrio al Palazzo Lombardia di Milano, un tempo «feudo» di Comunione e Liberazione, è stato anche l'occasione per il primo intervento pubblico di Ernesto Maria Ruffini, l'ex direttore dell'Agenzia delle Entrate che da molti è stato indicato come futuro federatore centrista.

Ad ascoltarlo c'era anche un altro potenziale federatore, il sindaco di Milano Beppe Sala, che ha incalzato di nuovo il Pd sul terzo mandato. In una sala piena di ex volti noti e parlamentari ormai in pensione, chi si aspettava le scintille da Ruffini non sarà rimasto soddisfatto, anche se il suo discorso rappresenta un suo primo manifesto politico. «David Sassoli - ha spiegato - è stato fondamentale nella costruzione di quella che viene chiamata la maggioranza Ursula. Forse, se ci fosse ancora lui, ci farebbe riflettere su come quella maggioranza potrebbe diventare una scelta solida per essere alternativi alla destra». A dire il vero anche il centro è soltanto «uno spazio geometrico astratto» per Ruffini, convinto che il tema non sia «costruire nuovi partiti o aree ma coinvolgere nuovi elettori». A Milano ha evitato qualsiasi riferimento a una sua discesa in campo ma ha sferzato la sinistra - «qual è la proposta? Dove è stata discussa? Con chi?» - e si è accodato alla critica ai «sedicenti super uomini» alla Elon Musk. Il partito di Ruffini ancora non c'è ma le sue riflessioni vengono apprezzate, a partire proprio da Sala. Secondo il sindaco, l'ex direttore delle Entrate «è molto bravo ed esperto» ma «toglierei l'idea dei federatori perché non so se questo sia il problema. Lasciamo fare ai giornali questa narrazione». Per il senatore Pd Lorenzo Guerini, il suo è stato un «contributo importante» mentre per l'ultimo segretario del Ppi, Pierluigi Castagnetti, Ruffini «è un uomo nuovo», il mondo cattolico sta tornando «vivace» ma nel Pd «in silenzio, abbiamo smesso di parlare di famiglia».

Ed era presente anche la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi: «Ruffini è un amico, credo come sempre che si debba partire dalle idee e dalle proposte, poi arrivano le persone». A benedire il cantiere cattolico ci ha pensato l'ex premier Romano Prodi sottolineando che «era ora che cominciassimo a parlare», anche in relazione all'iniziativa contemporanea di Libertà Eguale che si è svolta a Orvieto. «Non penso a un partito dei cattolici, ma è necessario e indispensabile il loro contributo - ha commentato -. Il Pd ha un passato difficile, in 15 anni ha perso la metà degli elettori. C'è la necessità che costruisca alleanze».

E se per Gianfranco Rotondi la sfida di Ruffini «va raccolta anche nel centrodestra» per razionalizzare la presenza dei cattolici, per il deputato di Forza Italia Tullio Ferrante «al centro c'è un profluvio di associazioni e movimenti occhieggianti a sinistra. Ma sono tutte operazioni di palazzo - ha concluso -. L'unico movimento centrale e centrista da oltre trent'anni è Forza Italia».

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