La Russa si cucina i dem sulla dieta dei poveri

Replica alla Schlein dopo la frase di Lollobrigida: "La invito a pranzo con la pasta alla Norma..."

La Russa si cucina i dem sulla dieta dei poveri
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Meno male che l'agosto sta finendo, le temperature stanno per abbassarsi (con giovamento, si spera, delle teste dei politici) e che giornali e tv dovranno tornare ad occuparsi di cose più serie.

Ma in quest'ultimo scampolo di roventi dibattiti da ombrellone, destra e sinistra hanno deciso di darsele di santa ragione sulla dieta dei poveri contro quella dei ricchi, con annesso scambio di ricette. E con la seconda carica dello Stato, il presidente del Senato Ignazio La Russa, che per sanare la frattura politica e determinare torti e ragioni alimentari invita a pranzo l'opposizione («Schlein e compagni») per assaggiare piatti «poveri» ma «buoni e salutari» come la sua pasta alla Norma.

Tutto nasce, come si sa, dall'intoppo lessicale del ministro Francesco Lollobrigida, titolare non solo dell'Agricoltura ma anche della sana Sovranità Alimentare, in quel di Rimini. Per spiegare una banalità (gli americani poveri mangiano più junk food di quelli italiani), si è addentrato in un complesso ragionamento sulla fortuna delle classi meno agiate che in Italia «spesso mangiano meglio dei ricchi», perché possono andare «dal produttore» a «comprare qualità a basso costo». In Usa tutto ciò non accade, ha assicurato.

Alla sinistra, che probabilmente si era stufata di passare le ferie a fare pubblicità gratis alle elucubrazioni editoriali del general Vannacci sui tratti somatici dell'italico popolo negli ultimi 8mila anni (non uno di più, non uno di meno), non è parso vero di poter cambiare argomento, magari con più successo. Il malcapitato Lollobrigida è diventato di colpo una novella Maria Antonietta, che consiglia al popolo privo di pane di mangiare brioche. Apriti cielo: una sdegnata Elly Schlein - in partenza per la presentazione del suo libro nella derelitta Svizzera - denuncia: «Il prezzo della pasta è aumentato del 25%, ci sono regioni in cui i bambini non riescono a fare due pasti proteici al giorno. No, mi spiace, i poveri non mangiano meglio dei ricchi». Il 5S Stefano Patuanelli accusa il governo di «insultare i sempre più numerosi italiani che ogni giorno si mettono in fila alle mense solidali per avere un pasto decente», e ne denuncia «l'agghiacciante coerenza nell'approccio classista». Gianni Cuperlo evoca Di Vittorio e le lotte dei braccianti: «In quelle generazioni la spinta a confliggere con l'ordine guasto del mondo non nasceva per forza da buone letture, quelle sarebbero venute dopo, ma dall'avere condiviso sofferenze e umiliazioni». Altro che Lollobrigida, è il sottinteso.

Da destra parte la contraerea di FdI, in difesa del ministro. Tesi di fondo: è stato «equivocato», il suo discorso è stato «estrapolato dal contesto». «Con l'affermazione della nostra sovranità alimentare declinata da Lollobrigida - assicura Alessandro Amorese - potremmo tornare non solo a mangiare tutti ma soprattutto a mangiare bene: l'Italia come superpotenza della qualità».

Per tagliare la testa al toro scende in campo La Russa: sulle parole di Lollobrigida la sinistra «ha capito Toma per Roma», spiega.

«A seguire i loro errati contorcimenti è comunque vero che un piatto povero come la pasta alla Norma (pomodoro, melanzane e ricotta salata) è per me più buono e salutare di qualsiasi pietanza costosa». E lì getta il guanto di sfida culinaria all'opposizione: «Se vogliono potrei invitare Schlein e compagni a pranzo per far verificare di persona». Meno male che è quasi settembre.

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