Russia fuori dai circuiti. Ma l'Occidente si divide sul blocco delle banche

Biden e Johnson insistono: stop transazioni commerciali. Il rischio è l'effetto domino

Russia fuori dai circuiti. Ma l'Occidente si divide sul blocco delle banche

I ministri degli Esteri dell'Ue ne parleranno nella riunione odierna. Si tratta dell'ultima arma a disposizione della comunità internazionale per indurre Vladimir Putin a più miti consigli sul dossier Ucraina: l'esclusione della Russia dal circuito interbancario Swift. Il presidente ucraino Volodimi Zelensky ha sollecitato questa decisione e anche Italia e Germania, che avevano manifestato qualche titubanza, si sono alla fine allineate. Il problema è che neanche gli Stati Uniti hanno assunto una decisione definitiva: il presidente Joe Biden teme che bandire Mosca da questo consesso internazionale potrebbe rivelarsi un flop come accaduto con l'Iran che anche senza partecipare a Swift è sopravvissuto. Anche grazie all'«aiutino» cinese. Ecco perché la Casa Bianca e il presidente della Fed, Jerome Powell, ipotizzano un'esclusione mirata (salvaguardando alcuni beni primari come il gas, innanzitutto)

Ma andiamo con ordine. Che cosa è Swift? È l'acronomimo di Society for worldwide interbank financial telecommunication, («Società per le telecomunicazioni finanziarie interbancarie globali») e costituisce il principale sistema di messaggistica al mondo usato dagli istituti di credito per effettuare transazioni monetarie tra i vari Stati in modo sicuro e trasparente. Dal punto di vista amministrativo, è una cooperativa costituita nel 1973 con sede in Belgio, e quindi rientra di fatto nel diritto comunitario europeo.

Nello specifico, è un grande network informatico al quale aderiscono quasi 11mila istituzioni finanziarie di oltre 200 nazioni. A ogni conto corrente viene associato un codice e le transazioni vengono certificate dal codice stesso. È come avere una «carta d'identità» che convalida l'appartenenza della banca e, quindi, del conto all'universo internazionale della finanza. Il sistema, infatti, fornisce a ogni ente finanziario un codice di 8 o 11 caratteri, identificato di norma come codice Bic o in alternativa come, appunto, codice Swift. Con questi codici, si garantisce che i messaggi generati con un pagamento arrivino - con le dovute certificazioni - al creditore. Il sistema è in grado di generare una media di quasi 40 milioni di messaggi al giorno, che corrispondono ad altrettante operazione finanziarie.

Escludere la Russia dallo Swift provocherebbe senza dubbio numerose criticità e disfunzioni finanziarie al Paese in quanto le sue entità finanziarie non potrebbero più spedire o ricevere denaro dall'estero. Tuttavia, la misura potrebbe rivelarsi un'arma a doppio taglio. Ad esempio, Italia e Germania non potrebbero più pagare per via ordinaria le forniture di gas alla russa Gazprom. Allo stesso tempo, le filiali russe dei gruppi bancari sarebbero «fuori dal mondo» e questo sarebbe un problema per le italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo, per la francese Société Générale e per l'austriaca Raiffeisen.

E poi, come già annunciato da diversi esponenti del governo di Mosca, gli intermediari finanziari del Paese potrebbero utilizzare strumenti alternativi allo Swift. Già nel 2014, a seguito dell'invasione della Crimea, la Banca centrale russa sviluppò allora un proprio sistema di pagamento - Mir - che attualmente intermedia circa il 25% di tutte le transazioni nazionali con carta, ma che è difficilmente utilizzabile all'estero. In seguito, il governo russo ha sviluppato un'altra rete di pagamenti - il System for Transfer of Financial Messages (Spfs) - che nel 2021 ha intermediato circa 13 milioni di messaggi tra i più di 400 intermediari finanziari aderenti al sistema (tra cui Unicredit e Deutsche Bank) per un totale pari al 20% dei trasferimenti nazionali.

Nel caso in cui le banche russe fossero disconnesse da Swift il sistema finanziario russo potrebbe appoggiarsi inoltre al sistema di pagamento interbancario transfrontaliero cinese (Cips), gestito dalla People's Bank of China, che ha utenti in oltre cento Paesi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica