La Russia martella il Donbass ma gli ucraini contrattaccano. Putin punta al modello Siria

Sloviansk-Severodonetsk gli obiettivi principali: Mosca vuole un successo rapido per allentare la pressione dell’Occidente

La Russia martella il Donbass ma gli ucraini contrattaccano. Putin punta al modello Siria

Conquistare il Donbass nel minor tempo possibile per poi «congelare» il conflitto, in modo da allentare la pressione dell'Occidente. Sembra essere questo il cambio di programma impartito dal Cremlino alle truppe che stanno combattendo in Ucraina. Il nuovo comandante in capo, Gennady Zhidko, ha avuto ordini precisi: replicare lo scenario del conflitto in Siria. A Damasco Putin utilizzò un ciclo di offensive, seguite da cessate il fuoco per dividere e spezzare lentamente l'opposizione. Tutto questo in attesa di una soluzione considerata più efficace da Mosca.

Gli ucraini da parte loro pensano a resistere il più a lungo possibile. Secondo il consigliere capo del ministero dell'Interno, Victor Andrusiv, «un grande contrattacco per liberare il Donbass sarà possibile non prima di settembre».

L'obiettivo russo, nel 101° giorno di guerra, è stato quello di continuare a martellare senza sosta i versanti di Sloviansk e Severodonetsk, località considerate strategiche per ampliare la mezzaluna del territorio ucraino già controllato. La combinazione di attacchi aerei e artiglieria sta diventando un fattore chiave nel successo tattico della Russia nell'Ucraina orientale. Putin ieri nel corso di un'intervista ha sottolineato il buon esito delle operazioni aeree, rivelando che sono state annientate armi e attrezzature fornite all'Ucraina da altri Paesi. Attorno a Sloviansk gli invasori hanno cercato di rafforzare le posizioni, potendo disporre di circa 10mila uomini. Non è chiaro se le truppe di Mosca abbiano guadagnato ulteriore terreno, di sicuro le forze ucraine hanno respinto attacchi contro due villaggi vicino a Sloviansk, a 60 chilometri da Severodonetsk.

Nel Lugansk tre civili, incluso un bambino, sono stati uccisi nel corso di bombardamenti. I missili hanno colpito anche i ponti sul fiume Seversky Donets per impedire agli ucraini di portare rinforzi militari e fornire aiuti ai civili a Severodonetsk. In quell'area la battaglia è cruenta: Kiev rivela di aver compromesso parte delle truppe russe, ma da Mosca sostengono che i loro militari hanno annientato quasi il 90% delle forze in campo del generale Zaluzhnyi, costrette a ritirarsi in direzione di Lysychansk. Gli invasori, nel Donetsk, hanno colpito il monastero ortodosso della Santa Dormizione, ma per fortuna non ci sarebbero vittime.

La controffensiva ucraina ha raccolto risultati a Izyum (i nemici controllano Pervinca e Slavyansk), nella regione nord-orientale di Kharkiv, dove è stata quasi interamente annientata la 35esima armata nemica, e a Polohy, nella regione sud-orientale di Zaporizhzhia, dove sono stati colpiti depositi russi di munizioni e un camion che trasportava armi. I soldati di Kiev inoltre hanno ancora una volta «sconfinato» nella regione russa di Bryansk, bombardando il villaggio di Sluchevsk, nel distretto di Pogarsky, area dove si trovano alcuni hub di munizioni e carri armati di Mosca.

Nel Sud, a Odessa, i russi hanno colpito una base di mercenari stranieri con un missile da crociera. Risultano esserci due feriti. Secondo Kiev nella zona data alle fiamme si troverebbe invece un'impresa agricola.

Il portavoce militare di Kiev ha riferito che ci sono ancora diverse navi che trasportano missili «cruise» nel Mar Nero e che i russi stanno cercando di rafforzare il loro punto d'appoggio sull'Isola dei Serpenti. Uno di questi «cruise» avrebbe abbattuto un aereo da trasporto truppe. Nella non distante Mykolaiv tre civili sono rimasti uccisi e altri quattro feriti durante un attacco missilistico.

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