Il voto nell'Africa nera lascia sempre profonde cicatrici, tra accuse di brogli, proteste e incidenti per le strade tra gli appartenenti alle varie fazioni. Una consuetudine che non ha risparmiato il Kenya, dopo la proclamazione del nuovo presidente, William Ruto. Quando ieri il responsabile della commissione elettorale, Wafula Chebukati, ha reso noti i risultati della tornata elettorale (dopo una settimana dalla chiamata alle urne), alla sala congressi di Nairobi è scoppiato il caos. I convenuti hanno iniziato a rumoreggiare, a prendersi a pugni e persino a tirarsi sedie, ed è stato solo l'antipasto dell'anarchia in cui è precipitato il Paese.
Ruto ha ottenuto quasi 7,2 milioni di voti (50,49%) contro i 7 (48,85%) del suo rivale, Raila Odinga. Lo scarto minimo tra i due contendenti sta creando gravi problemi di sicurezza, anche perché quattro membri della commissione su sette hanno lasciato intendere di non essere così sicuri di riconoscere i risultati e di aver subìto intimidazioni, uno di loro è morto. «Non possiamo assumerci la responsabilità del risultato che è stato annunciato. Abbiamo colleghi che sono stati arrestati senza motivo e non sappiamo dove si trovino al momento», ha spiegato ai giornalisti Juliana Cherera, il vice presidente della commissione. A Mathare, Kayole e Kibera, quartieri di Nairobi, si sta vivendo un vero e proprio clima da guerriglia, con pire di copertoni, strade bloccate e tafferugli. Molte bidonville sono fedeli a Odinga, mentre nello slum di Kibera, da lunedì sera ci sono barricate e sassaiole, con la polizia che sta usando a più riprese i lacrimogeni per disperdere la popolazione. Al momento si contano almeno un centinaio di feriti, e purtroppo anche 2 vittime. Odinga non ha accettato la sconfitta, sostenendo che «è stata una parodia e un palese disprezzo della costituzione. Presenterò ricorso».
Ruto, nel primo discorso ufficiale dopo la proclamazione, ha definito i funzionari elettorali eroi. «Sono cosciente delle divisioni del Paese, ed è per questo che lavorerò assieme a tutti gli altri leader. Non c'è spazio per la vendetta. Il Kenya ha bisogno di tutte le mani impegnate al lavoro». Mentre pronunciava queste parole in diretta dal canale televisivo Citizen, i sostenitori di Odinga si sono radunati di fronte all'hotel Serena, nel cuore di Nairobi, per manifestare contro elezioni che definiscono truccate. Nel frattempo, come accennato, un commissario è stato assassinato. Si tratta di Daniel Musyoka, funzionario della circoscrizione di Embakasi Sud, a Nairobi. Di lui si erano perse le tracce durante la verifica dei registri elettorali, nella mattinata del 14 agosto, dopo aver chiesto il permesso ai responsabili della sicurezza del seggio di potersi assentare per una telefonata. Poche ore dopo sono partite le ricerche che non hanno dato esito fino a lunedì, quando il suo corpo è stato trovato nel parco nazionale dell'Amboseli al confine con la Tanzania, a più di 300 km di distanza dal punto in cui era scomparso.
Vicepresidente del governo del presidente uscente Uhuru Kenyatta, ma rivale della sua coalizione, William Ruto, 55 anni, ha superato l'ex leader dell'opposizione Raila Odinga, appoggiato dallo stesso Kenyatta. Ha basato l'intera campagna elettorale sulle disuguaglianze economiche tra i kenyoti, promettendo sostegni ai più poveri.
Ruto dovrà fare i conti con i molteplici problemi che attanagliano il Kenya: la crisi economica è particolarmente marcata, aggravata sia dal covid che dalla siccità record che ha distrutto buona parte dei raccolti. L'inflazione nelle scorse settimane è arrivata al 9%.
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