Resta alta la tensione tra il governo italiano e la compagnia aerea Ryanair. Dopo le pesanti critiche del ceo della compagnia low cost Eddie Wilson, che aveva definito le misure prese del nostro esecutivo per mitigare le impennate dei prezzi dei voli durante il periodo estivo, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso aveva rinfacciato le undici violazioni (con relative multe) contestate alla Ryanair da gennaio.
L'idea di fermare il ricorso all'algoritmo per stabilire i prezzi in base a domanda e offerta non piace a Wilson che pensa all'Europa e al libero mercato, che la Ue ha sempre difeso. E ieri ha rincarato la dose. «Siamo contenti di annunciare le nuove rotte - dice il ceo della compagnia low cost - ma mentre Ryanair investe in Sardegna, trainando la crescita dell'isola con investimenti reali, il governo italiano, purtroppo, fa esattamente il contrario col suo decreto illegale e fuorviante che fissa un tetto ai prezzi, violando i regolamenti Ue e allontanando Ryanair dall'isola». Una minaccia tutt'altro che velata che termina con un ricatto: «Se il decreto non sarà cancellato - annuncia Wilson - Ryanair sarà costretta a tagliare le sue attività su Sardegna e Sicilia nell'estate e inverno 2024 e ciò vorrà dire meno passeggeri a tariffe più alte».
Eppure l'intervento del governo puntava proprio a garantire le tratte aeree che collegano le nostre isole al continente. Per evitare quanto accaduto in passato con rincari eccessivi in periodi festivi. D'altronde il governo si è mosso dopo la proposta lanciata alle compagnie aeree dal presidente dell'Enac, Pierluigi Di Palma, di dichiarare in anticipo i costi dei biglietti per evitare derive speculative. Ora sarà l'Europa a dirimere la questione. Le norme comunitarie infatti permettono solo in determinati casi la regolamentazione dei prezzi per garantire accessibilità ai fondi pubblici e connettività territoriale.
Fonti del Mimit, intanto, confermano che il ministro Urso ha ricevuto una lettera dal ceo di Ryanair in cui la compagnia conferma il suo impegno in Italia, delineando i programmi di sviluppo a medio e lungo termine e illustrando le proprie posizioni sulle norme introdotte con il decreto legge, appena firmato dal presidente della Repubblica. Nella risposta, il ministro Urso conferma la disponibilità a incontrare nuovamente, nei primi giorni di settembre, il ceo di Ryanair, per approfondire quanto già discusso anche in merito alla tutela degli utenti nelle aree dove non esistono adeguate alternative di mercato. Il ministro vuole anche attivare un tavolo di settore coi principali vettori aerei che operano in Italia e con quelli che intendono aprire nuove rotte.
Sulla questione sollevata da Ryanair è tornato anche il governatore della Sicilia Renato Schifani che accusa di doppiopesismo il ceo della compagnia irlandese. «Ryanair da un lato esalta la libertà del mercato, dall'altro però intasca i contributi: dall'aeroporto di Palermo ha ottenuto 15 milioni di euro nel 2022» spiega Schifani che sottolinea: «Vale più un principio costituzionale o le regole dell'Ue? Pongo questo tema. La Commissione europea potrebbe intervenire per modificare la norma del governo nazionale sugli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree e quindi sui limiti ai prezzi dei biglietti aerei.
Ma se lo facesse, sarebbe messo a rischio il diritto alla mobilità sancito dall'articolo 16 della nostra Costituzione che prevede che a ogni cittadino debba essere garantita ogni forma di libertà di movimento, salvo i casi previsti dalla legge. In questo caso, ritengo che il governo italiano dovrebbe adoperarsi per garantire questo principio costituzionale e impedire che si crei una mobilità per censo».
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