La Salis torna in libertà. Via il bracciale elettronico

Arresti revocati dopo l'elezione a Strasburgo. Sospeso il processo, ora può rientrare in Italia

La Salis torna in libertà. Via il bracciale elettronico
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Il tormentone è finito: per lei, e anche per il pubblico italiano.

Da ieri Ilaria Salis è libera, grazie alla (tanto vituperata, specie dalla sua parte politica) immunità parlamentare. In tempi «più rapidi del previsto», ammettono i suoi stessi legali italiani, e sulla base dell'ufficializzazione della sua elezione da parte del Parlamento europeo, la magistratura ungherese ha stabilito che Salis debba godere fin da subito dell'immunità, motivando la decisione con una sentenza della Corte di Giustizia Europea che sancisce come lo status di parlamentare si acquisisca al momento dell'elezione e non con la proclamazione e l'insediamento dell'Eurocamera. Il giudice Sòs ha quindi disposto la scarcerazione e anche la sospensione del processo per lesioni aggravate «potenzialmente letali» per il quale Salis rischia una condanna a 25 anni.

Ieri mattina la polizia si è recata nell'appartamento di Budapest dove la donna era agli arresti domiciliari, le ha tolto il famoso braccialetto elettronico esibito nei collegamenti video in campagna elettorale e, dopo 466 giorni di detenzione, le ha comunicato che è libera di circolare. E quindi di tornare in Italia: «Possiamo andare a prenderla in qualsiasi momento, ora è uscita di casa a prendersi un gelato», annuncia in tv il babbo, che nel frattempo è diventato ospite fisso di tg e talk-show, e sembra apprezzare assai il ruolo da protagonista mediatico. «La battaglia è solo sospesa», aggiunge. La magistratura ungherese infatti, come già ventilano dai portavoce del regime di Orban, potrebbe chiedere al Parlamento di revocare l'immunità per consentire al processo, nato dall'aggressione violenta contro estremisti di destra ungheresi da parte di picchiatori di sinistra che si autodefiniscono «antifa». Salis a Budapest venne arrestata in compagnia di uno di loro, tedesco, che ha patteggiato la pena.

In Italia, dove rientrerà sabato, Salis dovrebbe invece regolare i conti con gli affitti non pagati per le case popolari occupate a Milano. Il benestante papà la giustifica, e spiega perché non ha saldato lui il conto: «Ilaria non ha voluto il nostro aiuto perché non riteneva giusto fare vita agiata grazie alle disponibilità della famiglia. Si chiamano IDEALI!», tuona dai social a tutte maiuscole. Poi si dice «orgoglioso» del lavoro fatto per aiutare la figlia a essere eletta e aggiunge un inquietante sospetto da thriller politico: «Credo che questo disturbi molto i poteri forti». Quali? Ah, saperlo.

«Lunedì festeggeremo con lei il quarantesimo compleanno», esultano da Avs, il partito che la ha eletta. «Ora potrà difendere insieme a noi i diritti civili e sociali dei più deboli. La aspettiamo», dicono i capi di Avs Fratoianni e Bonelli.

Anche dal Pd (che pure aveva avuto la tentazione di candidare la militante brianzola, supplente elementare quando gli impegni antifa e internazionali la lasciavano libera) si levano voci commosse: «Non vedo l'ora di incontrare la mia futura collega a Bruxelles», si commuove Matteo Ricci. Ora a Ilaria toccherà cercare casa a Bruxelles, per fare il proprio lavoro. Speriamo però che si ricordi di pagare l'affitto.

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