Casa, niente demolizioni se chi ci abita è malato

Agevolati i residenti fragili. Gli abusi su parti comuni non bloccheranno i lavori nei singoli appartamenti

Casa, niente demolizioni se chi ci abita è malato
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Se ci sono abusi nel condominio si potrà comunque procedere con i lavori di riqualificazione in un singolo appartamento e viceversa: se l'abuso è nel singolo appartamento si potrà comunque procedere ai lavori nelle parti comuni.

Il decreto Salva-Casa procede nell'iter parlamentare e la Commissione ambiente della Camera ha approvato i primi emendamenti di modifica che, senza stravolgere il testo, rendono meno complicate alcune procedure. Il testo dovrebbe essere esaminato in Commissione durante una prossima seduta per approdare il aula a Montecitorio il prossimo 17 luglio. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, è in pressing con l'obiettivo di trasformarlo in legge prima della pausa estiva. «Riguarda la sburocratizzazione dei problemi delle case di milioni di italiani - ha ricordato nelle ultime ore - Quindi lo sto accompagnando, emendamento per emendamento, per portarlo a casa». Sarà comunque una corsa contro il tempo che vede le opposizioni contrarie, dai Verdi al Pd al M5s. Il provvedimento ha comunque recepito alcune delle proposte di emendamento.

Quello che svincola la sanatoria di un singolo da quella delle parti comuni condominiali recita: «Ai fini della dimostrazione dello stato legittimo delle singole unità immobiliari non rilevano le difformità insistenti sulle parti comuni dell'edificio, di cui all'articolo 1117 del codice civile. Ai fini della dimostrazione dello stato legittimo dell'edificio non rilevano le difformità insistenti sulle singole unità immobiliari dello stesso». Un'altra novità, che ha visto le opposizioni decisamente contrarie, riguarda le demolizioni, che ora prevedono che per rimuovere gli abusi dopo l'ingiunzione del Comune ci siano 3 mesi di tempo. Questo periodo viene ora ampliato e portato a 8 mesi: il termine, prevede l'emendamento approvato, «può essere prorogato con atto motivato del Comune fino ad un massimo di duecentoquaranta giorni nei casi di serie e comprovate esigenze di salute dei soggetti residenti nell'immobile all'epoca di adozione dell'ordinanza o di assoluto bisogno o di gravi situazioni di disagio socio-economico, che rendano inesigibile il rispetto di tale termine».

Altre correzioni al testo sono arrivate sulle vetrate panoramiche amovibili, le Vepa, realizzabili in

edilizia libera: non potranno essere utilizzate per chiudere porticati che insistono su uno spazio pubblico. Quanto alle tende da sole, viene chiarito che non hanno bisogno di autorizzazione anche le pergole bioclimatiche.

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