Non sono stati l'ago della bilancia, ma poco ci è mancato. Nella mattinata odierna l’emiciclo di Palazzo Madama è stato convocato in fretta e furia dopo il clamoroso pasticcio di ieri, quando si è votato per varare il controverso Dl Elezioni senza che in realtà vi fosse il numero legale: bene, oggi alla votazione hanno partecipato anche due senatori a vita, che hanno portato il numero dei presenti in Aula a 162, salvando capra e cavoli al premier Giuseppe Conte.
Ma facciamo un passo indietro. Nel pomeriggio di giovedì 18 giugno in Senato erano presenti 149 parlamentari insufficienti per arrivare al necessario numero legale di 150 per rendere valida la votazione. Per un errore tecnico di conteggio si è votato comunque e la maggioranza giallorossa si è salvata per un pelo, per soli tre voti: 147 favorevoli, 2 contrari e le opposizioni che hanno disertato in toto.
A seguire, anche per le veementi proteste della minoranza, è stata fatta una verifica ed è stato appurato che non vi era il numero legale. Dunque, Aula convocata venerdì mattinata e nuova votazione, che andata a buon fine: l’opposizione non ha presenziato e su 162 presenti i voti favorevoli all’Election Day sono stati 158.
L’Aula di Palazzo Madama era più affollata di ieri, con il numero legale alzato a 161. Due senatori a vita hanno presenziato: si tratta dell’ex presidente del Consiglio Mario Monti e della scienziata Elena Cattaneo. Il primo, però, non ha partecipato al voto – come lui anche Tommaso Nannicini del Partito Democratico e Riccardo Nencini del Partito Socialista Italiano – mentre la seconda ha votato "sì" alla fiducia sul Dl Elezioni.A differenza di ieri, quando votarono "no", la senatrice di +Europa Emma Bonino e il senatore di Azione (Gruppo Misto) Matteo Richetti hanno dato forfait, come l’intero centrodestra.
Si tratta di un risultato che nei fatti salva il governo dopo il pasticcio di ieri. E il via libera al Dl Elezioni è stato salutato con soddisfazione dal sedicente avvocato del popolo: "Quando ieri sera sono stato avvertito che in Senato sareste stati richiamati a votare alle 9:30, ho pensato mission impossible. Invece chapeau, se ci siete tutti, siete stati davvero bravi".
Queste parole di Conte sono arrivate in occasione della riunione dei capigruppo parlamentari della maggioranza, riunitisi nella sala riservata all’esecutivo a Palazzo Madama; lì il ministro per i rapporti con il Parlamento e le Riforme Federico D’Inca (del Movimento 5 Stelle) ha ricevuto una telefonata dal premier che chiedeva di essere ragguagliato sul voto del Senato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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