Salvini adesso sfida i giudici: "La Lega via dal Parlamento per una settimana"

La mossa del leader leghista dopo il sequestro dei conti del partito: "Questa settimana ci asteniamo dai lavori parlamentari"

Salvini adesso sfida i giudici: "La Lega via dal Parlamento per una settimana"

I deputati e i senatori del Carroccio non andranno a Montecitorio e a Palazzo Madama per una settimana. "In un Parlamento che ritiene la Lega debba sparire i nostri parlamentari questa settimana non parteciperanno ai lavori, ma visiteranno le zone terremotate", ha detto il segretario federale Matteo Salvini al termine di un consiglio federale d'emergenza, convocato per studiare le misure da adottare dopo il sequestro da 49 milioni di euro disposto dal Tribunale di Genova. E, proprio sull'inchiesta legata ai rimborsi elettorali, domani i legali del Carroccio saranno a Genova per presentare il ricorso davanti al Tribunale del Riesame. Alla riunione in via Bellerio c'erano tutti i big del Carroccio, ad eccezione del governatore lombardo Roberto Maroni.

Presente anche Umberto Bossi, che al suo arrivo ha salutato i giornalisti e le telecamere in attesa fuori dai cancelli mostrando il dito medio e battendo il pugno contro i finestrini dell'auto di servizio sulla quale viaggiava. Durante l'incontro, però, i presenti dicono che Bossi, apparso disteso e rilassato, non ha preso la parola. Ben diversa è stata la sua reazione dopo che Salvini a Pontida ha cancellato il suo intervento, non lo ha invitato sul palco a salutare il popolo leghista e non lo ha nemmeno citato, limitandosi a ringraziare i suoi predecessori. Bossi ieri si è detto "arrabbiato" per l'esclusione che ha letto come un invito a uscire dal movimento e ha definito Salvini inaffidabile perché "ha tradito il Nord". Dai microfoni di Radio24, Salvini è tornato sull'ordine di chiudere il microfono all'anziano leader malato. Se Bossi andrà via "certo che mi dispiace, però evidentemente qualche errore in passato è stato commesso e limitare la propria azione politica a Milano, a Verona o a Cuneo non ha senso. L'Italia - ha aggiunto il segretario federale - dà una risposta se rilancia le infrastrutture e i porti del Sud. E le aziende del Mezzogiorno non possono competere se per trasportare le loro merci pagano il doppio, se l'energia la pagano il doppio.

Sono leader della Lega e me ne frego di quello che succede in Abruzzo o in Puglia? Ma dai, siamo seri". Infine un affondo sulla leadership all'interno del centrodestra. "A Berlusconi - ha concluso Salvini - ribadisco che chi guiderà il Paese lo decideranno i cittadini italiani".

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